Rapporto Umanitario sulla Situazione nella Striscia di Gaza
Le organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite confermano che gli aiuti umanitari che entrano nella Striscia di Gaza sono del tutto insufficienti a soddisfare i bisogni fondamentali della popolazione, in un contesto di grave deterioramento delle condizioni di vita e sanitarie.
Nonostante le affermazioni israeliane secondo cui gli aiuti entrerebbero regolarmente e che le notizie sulla fame siano esagerate, i rapporti sul campo e le dichiarazioni dell’ONU, dell’UNICEF e di altre organizzazioni umanitarie dimostrano il contrario.
L’UNICEF segnala che la situazione a Gaza è estremamente drammatica: centinaia di camion di aiuti restano in attesa ai valichi, e quelli che riescono ad entrare sono pochi e non bastano a coprire i bisogni essenziali. Il sistema sanitario è al collasso, con ospedali distrutti e una grave carenza di medicinali e attrezzature.
Circa 650.000 studenti non possono tornare a scuola a causa della distruzione della maggior parte degli edifici scolastici e universitari, con la conseguente interruzione totale del processo educativo.
Secondo gli accordi umanitari firmati a Sharm El-Sheikh, sotto la mediazione dell’ex presidente americano Donald Trump e con la partecipazione di Egitto, Qatar, Turchia e altri paesi, è previsto l’ingresso urgente e regolare degli aiuti, ma la loro applicazione rimane molto limitata.
La Striscia di Gaza ha oggi bisogno di oltre 300.000 tende per ospitare le famiglie sfollate e di almeno 600 camion di aiuti al giorno carichi di farina, acqua e beni alimentari di prima necessità per combattere la fame.
In questo contesto, l’Associazione di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia continua i suoi progetti umanitari per fornire cibo, acqua e pane agli sfollati, soprattutto con l’arrivo dell’inverno e il peggioramento delle condizioni di vita.
Facciamo quindi appello a tutte le persone di buona volontà a contribuire e sostenere i progetti umanitari per alleviare le sofferenze del popolo palestinese a Gaza.
26 ottobre 2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
Le organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite confermano che gli aiuti umanitari che entrano nella Striscia di Gaza sono del tutto insufficienti a soddisfare i bisogni fondamentali della popolazione, in un contesto di grave deterioramento delle condizioni di vita e sanitarie.
Nonostante le affermazioni israeliane secondo cui gli aiuti entrerebbero regolarmente e che le notizie sulla fame siano esagerate, i rapporti sul campo e le dichiarazioni dell’ONU, dell’UNICEF e di altre organizzazioni umanitarie dimostrano il contrario.
L’UNICEF segnala che la situazione a Gaza è estremamente drammatica: centinaia di camion di aiuti restano in attesa ai valichi, e quelli che riescono ad entrare sono pochi e non bastano a coprire i bisogni essenziali. Il sistema sanitario è al collasso, con ospedali distrutti e una grave carenza di medicinali e attrezzature.
Circa 650.000 studenti non possono tornare a scuola a causa della distruzione della maggior parte degli edifici scolastici e universitari, con la conseguente interruzione totale del processo educativo.
Secondo gli accordi umanitari firmati a Sharm El-Sheikh, sotto la mediazione dell’ex presidente americano Donald Trump e con la partecipazione di Egitto, Qatar, Turchia e altri paesi, è previsto l’ingresso urgente e regolare degli aiuti, ma la loro applicazione rimane molto limitata.
La Striscia di Gaza ha oggi bisogno di oltre 300.000 tende per ospitare le famiglie sfollate e di almeno 600 camion di aiuti al giorno carichi di farina, acqua e beni alimentari di prima necessità per combattere la fame.
In questo contesto, l’Associazione di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia continua i suoi progetti umanitari per fornire cibo, acqua e pane agli sfollati, soprattutto con l’arrivo dell’inverno e il peggioramento delle condizioni di vita.
Facciamo quindi appello a tutte le persone di buona volontà a contribuire e sostenere i progetti umanitari per alleviare le sofferenze del popolo palestinese a Gaza.
26 ottobre 2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
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FNSI - Giornalisti minacciati, nel 2025 casi aumentati del 78%
https://www.fnsi.it/giornalisti-minacciati-nel-2025-casi-aumentati-del-78
https://www.fnsi.it/giornalisti-minacciati-nel-2025-casi-aumentati-del-78
FNSI - Giornalisti minacciati, nel 2025 casi aumentati del 78%
Presentati i dati del monitoraggio dell'osservatorio Ossigeno per l'informazione. Nei primi sei...
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Israele: procuratrice dell’esercito arrestata per aver denunciato le torture sui palestinesi
https://www.lindipendente.online/2025/11/04/israele-procuratrice-dellesercito-arrestata-per-aver-denunciato-le-torture-sui-palestinesi/
https://www.lindipendente.online/2025/11/04/israele-procuratrice-dellesercito-arrestata-per-aver-denunciato-le-torture-sui-palestinesi/
L'INDIPENDENTE
Israele: procuratrice dell'esercito arrestata per aver denunciato le torture sui palestinesi
La polizia israeliana ha arrestato, nella notte di lunedì 3 novembre, la procuratrice generale dell'esercito, Yifat Tolmer-Yerushalmi. La militare si era dimessa lo scorso 31 ottobre, dopo aver ammesso di aver autorizzato la diffusione, lo scorso anno, di…
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ASSOCIAZIONE DEI PALESTINESI IN ITALIA
Roma, 10 novembre 2025
Distruggere un patrimonio umano: Gaza sotto attacco
Appello politico-umanitario per la protezione della popolazione e del patrimonio culturale di Gaza
Negli ultimi due anni, la Striscia di Gaza è stata sottoposta a un’offensiva militare senza precedenti che ha colpito la popolazione civile e distrutto ogni aspetto della vita sociale palestinese.
L’aggressione ha assunto diverse forme, incidendo su tutti i settori: il genocidio dei cittadini gazawi, la distruzione totale delle infrastrutture civili, dell’istruzione, del sistema economico e industriale, dell’agricoltura, della vegetazione, dei luoghi religiosi e del patrimonio architettonico e culturale.
Moschee, chiese e siti storici — tra cui la Grande Moschea Omari e il bagno turco ottomano (Hamam al-Sammara) — sono stati gravemente danneggiati o distrutti.
Questa distruzione sistematica rappresenta una violazione della Convenzione dell’Aia del 1954 sulla protezione dei beni culturali nei conflitti armati e mina i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario.
L’Associazione dei Palestinesi in Italia chiede:
1. Un cessate il fuoco immediato e l’apertura di corridoi umanitari sicuri.
2. La protezione internazionale dei siti culturali e religiosi di Gaza, sotto supervisione UNESCO.
3. L’attivazione di sanzioni e indagini internazionali contro i responsabili della distruzione di vite umane e del patrimonio culturale.
4. Il sostegno alla ricostruzione civile, educativa e culturale del popolo palestinese.
Difendere Gaza significa difendere l’umanità, la memoria e la cultura universale.
L’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere morale e politico di agire.
Associazione dei Palestinese in Italia (API)
Fonti principali:
• UNESCO – Preliminary Assessment of Damage to Cultural Heritage in Gaza (2024)
• Human Rights Watch – Crimini contro l’umanità a Gaza (2024)
• The Art Newspaper – Oltre 100 siti culturali distrutti nella Striscia di Gaza (2023)
Roma, 10 novembre 2025
Distruggere un patrimonio umano: Gaza sotto attacco
Appello politico-umanitario per la protezione della popolazione e del patrimonio culturale di Gaza
Negli ultimi due anni, la Striscia di Gaza è stata sottoposta a un’offensiva militare senza precedenti che ha colpito la popolazione civile e distrutto ogni aspetto della vita sociale palestinese.
L’aggressione ha assunto diverse forme, incidendo su tutti i settori: il genocidio dei cittadini gazawi, la distruzione totale delle infrastrutture civili, dell’istruzione, del sistema economico e industriale, dell’agricoltura, della vegetazione, dei luoghi religiosi e del patrimonio architettonico e culturale.
Moschee, chiese e siti storici — tra cui la Grande Moschea Omari e il bagno turco ottomano (Hamam al-Sammara) — sono stati gravemente danneggiati o distrutti.
Questa distruzione sistematica rappresenta una violazione della Convenzione dell’Aia del 1954 sulla protezione dei beni culturali nei conflitti armati e mina i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario.
L’Associazione dei Palestinesi in Italia chiede:
1. Un cessate il fuoco immediato e l’apertura di corridoi umanitari sicuri.
2. La protezione internazionale dei siti culturali e religiosi di Gaza, sotto supervisione UNESCO.
3. L’attivazione di sanzioni e indagini internazionali contro i responsabili della distruzione di vite umane e del patrimonio culturale.
4. Il sostegno alla ricostruzione civile, educativa e culturale del popolo palestinese.
Difendere Gaza significa difendere l’umanità, la memoria e la cultura universale.
L’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere morale e politico di agire.
Associazione dei Palestinese in Italia (API)
Fonti principali:
• UNESCO – Preliminary Assessment of Damage to Cultural Heritage in Gaza (2024)
• Human Rights Watch – Crimini contro l’umanità a Gaza (2024)
• The Art Newspaper – Oltre 100 siti culturali distrutti nella Striscia di Gaza (2023)
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La libertà di stampa è sotto attacco?
Abbiamo esaminato 3 casi attuali che mostrano le dimensioni della crisi della libertà di stampa:
• lo scontro giuridico-politico (Assange),
• il contesto estremo della guerra (Gaza),
• la minaccia diretta al giornalismo investigativo (Ranucci).
In un momento in cui l’informazione è sotto pressione, è importante sottolineare che la libertà di stampa non è un dato acquisito: va difesa, protetta e promossa attivamente.
Leggi l’articolo completo ••.•´¯`•.•• 丂𝕦ℓ 𝐧ㄖ𝔰𝐓RỖ Ŝ𝓲т𝑜 ••.•´¯`•.••
https://www.freeassangeitalia.it/liberta-di-stampa-sotto-attacco/
Abbiamo esaminato 3 casi attuali che mostrano le dimensioni della crisi della libertà di stampa:
• lo scontro giuridico-politico (Assange),
• il contesto estremo della guerra (Gaza),
• la minaccia diretta al giornalismo investigativo (Ranucci).
In un momento in cui l’informazione è sotto pressione, è importante sottolineare che la libertà di stampa non è un dato acquisito: va difesa, protetta e promossa attivamente.
Leggi l’articolo completo ••.•´¯`•.•• 丂𝕦ℓ 𝐧ㄖ𝔰𝐓RỖ Ŝ𝓲т𝑜 ••.•´¯`•.••
https://www.freeassangeitalia.it/liberta-di-stampa-sotto-attacco/
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Riceviamo e pubblichiamo: Calcata 4.0: il giornalismo e gli attivisti che denunciano il genocidio a Gaza - CALCATA 4.0
https://calcata.altervista.org/calcata-4-0-il-giornalismo-digitale-che-denuncia-il-genocidio-a-gaza/
https://calcata.altervista.org/calcata-4-0-il-giornalismo-digitale-che-denuncia-il-genocidio-a-gaza/
CALCATA 4.0
Calcata 4.0: il giornalismo e gli attivisti che denunciano il genocidio a Gaza - CALCATA 4.0
#NOBAVAGLIO CALCATA (VT) – L’impegno a tenere accesa l’informazione sui crimini compiuti a Gaza contro la popolazione civile e i giornalisti è uno dei filoni principali di Calcata 4.0, il premio-festival dedicato al giornalismo digitale e alle nuove storie…
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*Libertà per il Dott. Husam Abu Safiyya*
Ecco alcuni punti chiave sulla sua situazione e le richieste di liberazione:
• Arrestato il 27 dicembre 2024 durante un raid israeliano all’ospedale Kamal Adwan.
• Detenuto con l’accusa di “combatente illegale” secondo il diritto israeliano; un tribunale ha esteso il suo arresto di 6 mesi.
• Organizzazioni per i diritti umani denunciano torture e trattamenti disumani durante la detenzione.
• La sua famiglia segnala perdita di peso significativa a causa delle condizioni di prigionia.
• Sono in corso forti appelli internazionali per la sua liberazione immediata e incondizionata.
Ogni azione per la libertà dei prigionieri Palestinesi è un segnale di solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Libertà immediata per il dottor Abu Safiyya e per tutti i prigionieri palestinesi.
14 novembre 2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
Ecco alcuni punti chiave sulla sua situazione e le richieste di liberazione:
• Arrestato il 27 dicembre 2024 durante un raid israeliano all’ospedale Kamal Adwan.
• Detenuto con l’accusa di “combatente illegale” secondo il diritto israeliano; un tribunale ha esteso il suo arresto di 6 mesi.
• Organizzazioni per i diritti umani denunciano torture e trattamenti disumani durante la detenzione.
• La sua famiglia segnala perdita di peso significativa a causa delle condizioni di prigionia.
• Sono in corso forti appelli internazionali per la sua liberazione immediata e incondizionata.
Ogni azione per la libertà dei prigionieri Palestinesi è un segnale di solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Libertà immediata per il dottor Abu Safiyya e per tutti i prigionieri palestinesi.
14 novembre 2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
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Riceviamo e pubblichiamo: Comunicato stampa
Con il continuo peggioramento del maltempo e della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, centinaia di migliaia di famiglie Gazawi vivono in tende logore che non offrono alcuna protezione dal freddo e dalle piogge, causando una situazione catastrofica che colpisce soprattutto bambini, donne e anziani.
Riteniamo la comunità internazionale responsabile del proprio silenzio e sottolineiamo che il persistente divieto di far entrare gli aiuti essenziali – in particolare tende adeguate, caravan e materiali di riparo – rappresenta una grave violazione degli obblighi umanitari e una minaccia diretta alla vita di centinaia di migliaia di sfollati.
Chiediamo alle Nazioni Unite, alle organizzazioni internazionali e all’UNRWA di intervenire immediatamente e di esercitare una pressione concreta per garantire l’ingresso immediato degli aiuti e l’avvio della ricostruzione, ponendo fine alle restrizioni che aggravano la sofferenza e spingono Gaza verso un inverno disastroso.
La situazione è ormai insostenibile: ogni ritardo vuol dire mettere a rischio altre vite.
17/11/2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
Con il continuo peggioramento del maltempo e della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, centinaia di migliaia di famiglie Gazawi vivono in tende logore che non offrono alcuna protezione dal freddo e dalle piogge, causando una situazione catastrofica che colpisce soprattutto bambini, donne e anziani.
Riteniamo la comunità internazionale responsabile del proprio silenzio e sottolineiamo che il persistente divieto di far entrare gli aiuti essenziali – in particolare tende adeguate, caravan e materiali di riparo – rappresenta una grave violazione degli obblighi umanitari e una minaccia diretta alla vita di centinaia di migliaia di sfollati.
Chiediamo alle Nazioni Unite, alle organizzazioni internazionali e all’UNRWA di intervenire immediatamente e di esercitare una pressione concreta per garantire l’ingresso immediato degli aiuti e l’avvio della ricostruzione, ponendo fine alle restrizioni che aggravano la sofferenza e spingono Gaza verso un inverno disastroso.
La situazione è ormai insostenibile: ogni ritardo vuol dire mettere a rischio altre vite.
17/11/2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
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Riceviamo e pubblichiamo: *Appello Umanitario ai Politici, alle Istituzioni Internazionali e alla Comunità Sanitaria*
La situazione sociosanitaria a Gaza ha superato ogni soglia di emergenza. Le evidenze più recenti, tra cui il drastico aumento dei casi di anemia grave nei bambini — che in alcuni rapporti supera l’80% nei minori di un anno — mostrano un quadro di malnutrizione acuta, collasso del sistema sanitario e rischi elevatissimi per la sopravvivenza di un’intera popolazione civile.
La combinazione di fattori critici — insicurezza alimentare estrema, scarsità di acqua potabile, interruzione dei servizi sanitari di base, sovraffollamento nei rifugi, diffusione di malattie infettive e impossibilità di accedere a cure salvavita — sta generando una crisi umanitaria senza precedenti nella regione.
Bambini, donne, anziani, persone con disabilità e malati cronici sono oggi esposti a condizioni incompatibili con la dignità umana e con i più elementari diritti alla salute e alla protezione.
Per queste ragioni, rivolgiamo un appello urgente:
1. Ai politici e alle istituzioni internazionali:
adottare misure immediate per garantire la protezione dei civili, facilitare un cessate il fuoco sostenibile e assicurare l’ingresso rapido, sicuro e senza restrizioni degli aiuti umanitari, in particolare alimenti terapeutici, farmaci essenziali, acqua potabile, carburante per le strutture sanitarie e dispositivi di emergenza.
2. Alla comunità sanitaria nazionale e internazionale:
rafforzare gli sforzi di risposta umanitaria attraverso équipe mediche, telemedicina, supporto psicologico, gestione della malnutrizione infantile, riabilitazione, monitoraggio epidemiologico e ricostruzione funzionale dei servizi primari di cura.
3. Alle organizzazioni umanitarie e alle reti professionali:
coordinare interventi basati su standard OMS per emergenze complesse, garantire continuità dell’assistenza e documentare con rigore scientifico l’impatto sanitario della crisi per orientare decisioni basate su evidenze.
Siamo di fronte a una crisi prevenibile e affrontabile, se supportata da volontà politica, interventi tempestivi e collaborazione internazionale.
La tutela della vita, della salute pubblica e della dignità umana deve essere una priorità assoluta, immediata e condivisa.
19 novembre 2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
La situazione sociosanitaria a Gaza ha superato ogni soglia di emergenza. Le evidenze più recenti, tra cui il drastico aumento dei casi di anemia grave nei bambini — che in alcuni rapporti supera l’80% nei minori di un anno — mostrano un quadro di malnutrizione acuta, collasso del sistema sanitario e rischi elevatissimi per la sopravvivenza di un’intera popolazione civile.
La combinazione di fattori critici — insicurezza alimentare estrema, scarsità di acqua potabile, interruzione dei servizi sanitari di base, sovraffollamento nei rifugi, diffusione di malattie infettive e impossibilità di accedere a cure salvavita — sta generando una crisi umanitaria senza precedenti nella regione.
Bambini, donne, anziani, persone con disabilità e malati cronici sono oggi esposti a condizioni incompatibili con la dignità umana e con i più elementari diritti alla salute e alla protezione.
Per queste ragioni, rivolgiamo un appello urgente:
1. Ai politici e alle istituzioni internazionali:
adottare misure immediate per garantire la protezione dei civili, facilitare un cessate il fuoco sostenibile e assicurare l’ingresso rapido, sicuro e senza restrizioni degli aiuti umanitari, in particolare alimenti terapeutici, farmaci essenziali, acqua potabile, carburante per le strutture sanitarie e dispositivi di emergenza.
2. Alla comunità sanitaria nazionale e internazionale:
rafforzare gli sforzi di risposta umanitaria attraverso équipe mediche, telemedicina, supporto psicologico, gestione della malnutrizione infantile, riabilitazione, monitoraggio epidemiologico e ricostruzione funzionale dei servizi primari di cura.
3. Alle organizzazioni umanitarie e alle reti professionali:
coordinare interventi basati su standard OMS per emergenze complesse, garantire continuità dell’assistenza e documentare con rigore scientifico l’impatto sanitario della crisi per orientare decisioni basate su evidenze.
Siamo di fronte a una crisi prevenibile e affrontabile, se supportata da volontà politica, interventi tempestivi e collaborazione internazionale.
La tutela della vita, della salute pubblica e della dignità umana deve essere una priorità assoluta, immediata e condivisa.
19 novembre 2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
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Julian Assange Archive lancia un appello per la raccolta fondi per l'inaugurazione della mostra 2026.
L'archivio indipendente Julian Assange @AssangeArchive è dedicato a preservare il movimento globale che ha combattuto per difendere la libertà liberando Julian Assange. Negli ultimi mesi, l'equipe dell'archivio ha catalogato migliaia di artefatti tra lettere di ambasciata e prigione, libri, opere d'arte, striscioni e altro ancora.
L'archivio sarà una risorsa pubblica:
- una collezione fisica permanente
- una collezione digitale e un catalogo
- un programma educativo per le scuole che dimostrino come l'azione popolare possa plasmare il corso della storia.
Nel 2026, l'archivio aprirà a Dessau, Germania. L'archivio cerca il vostro supporto per il lancio e la sua sicurezza a lungo termine!
http://julianassangearchive.org
L'archivio indipendente Julian Assange @AssangeArchive è dedicato a preservare il movimento globale che ha combattuto per difendere la libertà liberando Julian Assange. Negli ultimi mesi, l'equipe dell'archivio ha catalogato migliaia di artefatti tra lettere di ambasciata e prigione, libri, opere d'arte, striscioni e altro ancora.
L'archivio sarà una risorsa pubblica:
- una collezione fisica permanente
- una collezione digitale e un catalogo
- un programma educativo per le scuole che dimostrino come l'azione popolare possa plasmare il corso della storia.
Nel 2026, l'archivio aprirà a Dessau, Germania. L'archivio cerca il vostro supporto per il lancio e la sua sicurezza a lungo termine!
http://julianassangearchive.org
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Gaza, drone israeliano uccide il fotoreporter Mohammed Wadi | Il Fatto Quotidiano https://share.google/wWb9QsclOKDFrwRI1
Il Fatto Quotidiano
Gaza, drone israeliano uccide il fotoreporter Mohammed Wadi | Il Fatto Quotidiano
Leggi su Il Fatto Quotidiano.it la notizia dell'uccisione del fotoreporter Mohammed Wadi a Gaza, colpito da un drone israeliano nel campo profughi di Al-Bureij. Ferito un altro giornalista.
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Il ministro Piantedosi ha revocato il permesso di soggiorno e emanato il decreto di espulsione a Mohamed Shahin, cittadino egiziano da 21 anni in Italia, imam della moschea di San Salvario. Uomo di pace amato da tutto il quartiere, parte del tessuto sociale cittadino. È stato dichiarato individuo pericoloso per la sicurezza nazionale per aver dichiarato che il 7 ottobre è il frutto di 80 anni di occupazione della Palestina e di 11 guerre che si sono succedute sul territorio. È stato espulso per un reato di opinione senza iter giudiziario, ma emanato direttamente dal governo. Ora si trova in un cpr a Caltanissetta e prende su di lui il decreto di espulsione in Egitto, dove rischia tortura e pena di morte perché critico del regime di al-Sisi, quello che ha torturato e ucciso il nostro concittadino Giulio Regeni per cui ancora stiamo aspettando giustizia. Dal coordinamento Torino per Gaza:
C’è un angolo di Torino, tra le strade vive di San Salvario, dove per più di vent’anni una figura gentile ha camminato con passo sicuro, salutando volti che nel tempo sono diventati famiglia. È lì, tra quelle vie multiculturali, che Mohamed Shahin, imam della moschea Omar Ibn Al Khattab, ha costruito la sua vita, il suo futuro e quello dei suoi due splendidi bambini. Torino non è semplicemente il luogo in cui vive: è la città che ha scelto, amata con la dedizione di chi la considera casa in ogni senso.
Arrivato in Italia più di vent’anni fa, Mohamed ha intrecciato la sua storia con quella della comunità torinese con una naturalezza rara. Chi lo conosce lo descrive con parole che non hanno bisogno di essere elaborate: un uomo buono, un uomo di fede, un uomo di pace. La sua voce, calma e ferma, è diventata negli anni un punto di riferimento per centinaia di persone.
In questi ultimi due anni, il suo impegno verso la causa palestinese è stato totale. Ha ascoltato, ha parlato, ha guidato, ha portato nelle piazze e nei cuori una richiesta semplice e potente: dignità, giustizia, umanità. E in questo percorso non è mai stato solo: attorno a lui, la comunità si è stretta come si fa attorno a un fratello, a un padre, a una guida.
Per il quartiere di San Salvario, Mohamed non è soltanto un imam. È un pilastro, una presenza che consola, accompagna, media. Sa trovare le parole giuste per chi attraversa un momento difficile e sa ricordare, con il suo esempio, che il dialogo non è una teoria, ma un gesto quotidiano.
La sua fede, però, non è mai stata confinata alle mura della moschea. Mohamed ha sempre creduto che il ruolo di un leader religioso sia anche quello di costruire ponti. Lo ha fatto attraverso il dialogo e l’inclusione promuovendo attività culturali e sociali che hanno reso Torino un luogo un po’ più aperto, un po’ più unito.
Lo ha fatto anche collaborando con le autorità locali e le forze dell’ordine, dimostrando che la sicurezza e la coesione sociale si costruiscono insieme, con fiducia e responsabilità condivisa.
Un aspetto spesso ricordato da chi lo conosce è la sua collaborazione, lunga e sincera con i Valdesi, i Cattolici e anche con la sinagoga di San Salvario. In questi anni, Mohamed ha coinvolto i rabbini in momenti di confronto e dialogo, ha visitato più volte la sinagoga e ha invitato il rabbino nella moschea, trasformando la relazione fra le due comunità in un esempio concreto e luminoso di rispetto reciproco e convivenza.
Un ponte, ancora una volta. Un ponte costruito non con le parole, ma con i gesti.
Tra le sue iniziative più significative, molti ricordano poi quella del 2016, quando partecipò alla distribuzione della Costituzione italiana tradotta in arabo. Non era solo un gesto simbolico: era un invito a far entrare nelle case dei fedeli musulmani i valori fondamentali della Repubblica, perché appartenenza significa conoscersi, riconoscersi, camminare nella stessa direzione pur portando storie diverse.
C’è un angolo di Torino, tra le strade vive di San Salvario, dove per più di vent’anni una figura gentile ha camminato con passo sicuro, salutando volti che nel tempo sono diventati famiglia. È lì, tra quelle vie multiculturali, che Mohamed Shahin, imam della moschea Omar Ibn Al Khattab, ha costruito la sua vita, il suo futuro e quello dei suoi due splendidi bambini. Torino non è semplicemente il luogo in cui vive: è la città che ha scelto, amata con la dedizione di chi la considera casa in ogni senso.
Arrivato in Italia più di vent’anni fa, Mohamed ha intrecciato la sua storia con quella della comunità torinese con una naturalezza rara. Chi lo conosce lo descrive con parole che non hanno bisogno di essere elaborate: un uomo buono, un uomo di fede, un uomo di pace. La sua voce, calma e ferma, è diventata negli anni un punto di riferimento per centinaia di persone.
In questi ultimi due anni, il suo impegno verso la causa palestinese è stato totale. Ha ascoltato, ha parlato, ha guidato, ha portato nelle piazze e nei cuori una richiesta semplice e potente: dignità, giustizia, umanità. E in questo percorso non è mai stato solo: attorno a lui, la comunità si è stretta come si fa attorno a un fratello, a un padre, a una guida.
Per il quartiere di San Salvario, Mohamed non è soltanto un imam. È un pilastro, una presenza che consola, accompagna, media. Sa trovare le parole giuste per chi attraversa un momento difficile e sa ricordare, con il suo esempio, che il dialogo non è una teoria, ma un gesto quotidiano.
La sua fede, però, non è mai stata confinata alle mura della moschea. Mohamed ha sempre creduto che il ruolo di un leader religioso sia anche quello di costruire ponti. Lo ha fatto attraverso il dialogo e l’inclusione promuovendo attività culturali e sociali che hanno reso Torino un luogo un po’ più aperto, un po’ più unito.
Lo ha fatto anche collaborando con le autorità locali e le forze dell’ordine, dimostrando che la sicurezza e la coesione sociale si costruiscono insieme, con fiducia e responsabilità condivisa.
Un aspetto spesso ricordato da chi lo conosce è la sua collaborazione, lunga e sincera con i Valdesi, i Cattolici e anche con la sinagoga di San Salvario. In questi anni, Mohamed ha coinvolto i rabbini in momenti di confronto e dialogo, ha visitato più volte la sinagoga e ha invitato il rabbino nella moschea, trasformando la relazione fra le due comunità in un esempio concreto e luminoso di rispetto reciproco e convivenza.
Un ponte, ancora una volta. Un ponte costruito non con le parole, ma con i gesti.
Tra le sue iniziative più significative, molti ricordano poi quella del 2016, quando partecipò alla distribuzione della Costituzione italiana tradotta in arabo. Non era solo un gesto simbolico: era un invito a far entrare nelle case dei fedeli musulmani i valori fondamentali della Repubblica, perché appartenenza significa conoscersi, riconoscersi, camminare nella stessa direzione pur portando storie diverse.
Change.org
Firma la petizione
Fermiamo l’espulsione di un uomo innocente: no alla consegna di Shahin al regime egiziano
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Chi incontra Mohamed Shahin ne rimane colpito, quasi toccato.
Forse per la sua serenità.
Forse per quella luce negli occhi che hanno solo le persone che credono davvero negli altri.
O forse perché, semplicemente, Mohamed rappresenta ciò che spesso dimentichiamo: che una comunità si costruisce con la cura, la presenza e l’ascolto.
E oggi, mentre in molti alzano la voce per lui, c’è una certezza che attraversa Torino come un filo invisibile:
un uomo così non si dimentica.
Un uomo così appartiene alla sua comunità.
Un uomo così è casa
Un uomo così, deve tornare a casa, Ora! Firma la petizione https://c.org/FxR2QMGFYB
Forse per la sua serenità.
Forse per quella luce negli occhi che hanno solo le persone che credono davvero negli altri.
O forse perché, semplicemente, Mohamed rappresenta ciò che spesso dimentichiamo: che una comunità si costruisce con la cura, la presenza e l’ascolto.
E oggi, mentre in molti alzano la voce per lui, c’è una certezza che attraversa Torino come un filo invisibile:
un uomo così non si dimentica.
Un uomo così appartiene alla sua comunità.
Un uomo così è casa
Un uomo così, deve tornare a casa, Ora! Firma la petizione https://c.org/FxR2QMGFYB
Change.org
Firma la petizione
Fermiamo l’espulsione di un uomo innocente: no alla consegna di Shahin al regime egiziano
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❗️ Sì di Israele all'Eurovision 2026, l'Irlanda ufficializza il suo ritiro dalla competizione. Insieme alla Svezia è il Paese che ha vinto di più
Aggiornamento — Conferma il boicottaggio anche la Slovenia
🗞 @ultimora24
Aggiornamento — Conferma il boicottaggio anche la Slovenia
🗞 @ultimora24
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Riceviamo e pubblichiamo Appello Umanitario Urgente
Alla luce della nuova ondata di maltempo che sta colpendo la Striscia di Gaza, centinaia di migliaia di sfollati vivono condizioni umanitarie estremamente difficili.
È il terzo inverno consecutivo trascorso senza un riparo adeguato, mentre le piogge hanno invaso le aree di rifugio, aggravando la sofferenza di bambini, donne e feriti.
Allo stesso tempo, l’ingresso di tende e beni essenziali continua a essere impedito dal governo israeliano.
Noi, l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia, rivolgiamo questo appello urgente alla comunità internazionale e alle organizzazioni umanitarie affinché assumano le proprie responsabilità, facendo pressione per l’ingresso immediato degli aiuti necessari e garantendo protezione e sostegno agli sfollati, esposti al freddo e a condizioni di vita drammatiche.
Abbiamo bisogno del vostro sostegno immediato. Ogni contributo, anche il più piccolo, può salvare la vita di un bambino o di una famiglia senza riparo. Siate vicini alla popolazione di Gaza.
Venerdì 12/12/2025
Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia (ABSP ODV)
Alla luce della nuova ondata di maltempo che sta colpendo la Striscia di Gaza, centinaia di migliaia di sfollati vivono condizioni umanitarie estremamente difficili.
È il terzo inverno consecutivo trascorso senza un riparo adeguato, mentre le piogge hanno invaso le aree di rifugio, aggravando la sofferenza di bambini, donne e feriti.
Allo stesso tempo, l’ingresso di tende e beni essenziali continua a essere impedito dal governo israeliano.
Noi, l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia, rivolgiamo questo appello urgente alla comunità internazionale e alle organizzazioni umanitarie affinché assumano le proprie responsabilità, facendo pressione per l’ingresso immediato degli aiuti necessari e garantendo protezione e sostegno agli sfollati, esposti al freddo e a condizioni di vita drammatiche.
Abbiamo bisogno del vostro sostegno immediato. Ogni contributo, anche il più piccolo, può salvare la vita di un bambino o di una famiglia senza riparo. Siate vicini alla popolazione di Gaza.
Venerdì 12/12/2025
Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia (ABSP ODV)
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Wikileaks su Twitter:
JULIAN ASSANGE ARRIVA DENUNCIA CRIMINALE CONTRO LA FONDAZIONE NOBEL PER IL PREMIO PER LA PACE “STRUMENTO DI GUERRA”
Il fondatore di WikiLeaks Allege il premio 2025 a María Corina Machado Costituisce un'appropriazione indebita, agevolazione dei crimini di guerra secondo la legge svedese, cerca il congelamento di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) di trasferimenti in sospeso a Machado
STOCCOLMA — 11:00 CET 17 dicembre 2025
Julian Assange oggi ha presentato una denuncia penale in Svezia in cui accusa 30 persone associate alla Fondazione Nobel, compresa la sua leadership, di aver commesso gravi crimini sospetti, tra cui il reato di appropriazione indebita di fondi, l'agevolazione di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e il finanziamento del reato di aggressione.
La denuncia mostra che il 1895 di Alfred Nobel impone esplicitamente che il premio per la pace vada all'individuo che durante l'anno successivo "ha conferito il maggior beneficio all'umanità" facendo "il massimo o il migliore lavoro per la fraternità tra nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e per lo svolgimento e la promozione di congressi di pace. ”
Assange sostiene che "La decisione politica del comitato di selezione norvegese non sospende il dovere fiduciario degli amministratori dei fondi svedesi". “Qualsiasi esborso contraddice questo mandato costituisce appropriazione indebita della dotazione”.
La denuncia, presentata simultaneamente all'Autorità svedese per la criminalità economica (Ekobrottsmyndigheten) e all'unità svedese per crimini di guerra (Krigsbrottsenheten), afferma che i sospettati, tra cui la presidente della Fondazione Nobel Astrid Söderbergh Widding e il direttore esecutivo Hanna Stjärne, hanno convertito "uno strumento di pace in strumento di guerra", attraverso una sospetta "grave criminalità" tra cui:
1) Violazione di fiducia, appropriazione indebita e cospirazione in relazione all'erogazione di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) del premio per la pace a Maria Corina Machado, le cui azioni precedenti e in corso la escludono categoricamente dai criteri stabiliti nel testamento di Alfred Nobel;
2) Agevolazione dei crimini di guerra, compreso il reato di aggressione e crimini contro l'umanità, violazione degli obblighi della Svezia ai sensi dell'articolo 25, paragrafo 3, lettera c), dello Statuto di Roma, perché gli imputati sono a conoscenza dell'incitamento e dell'appoggio di Machado alla commissione dei crimini internazionali degli Stati Uniti, e sapevano o avrebbero dovuto sapere che la l'erogazione di denaro Nobel contribuirebbe ad uccisioni extragiudiziali di civili e sopravvissuti naufraghi in mare e violano il loro obbligo di cessare i versamenti.
Assange osserva che i membri della Fondazione Nobel hanno esercitato in precedenza la loro autorità di vigilanza sui premi e sui loro esborsi trattenendo gli esborsi del Premio Letteratura nel 2018. "Il mancato intervento qui, nonostante i crimini di guerra degli Stati Uniti al largo delle coste venezuelane e il ruolo chiave di Machado nel promuovere l'aggressione" comporta responsabilità penale.
"La dotazione di Alfred Nobel per la pace non può essere spesa per la promozione della guerra", afferma Assange. Gli imputati hanno obblighi legali concreti perché hanno il compito di “garantire l’adempimento dello scopo previsto del testamento di Alfred Nobel, cioè di porre fine a guerre e crimini di guerra, e non di permetterli. ”
L'INCITAMENTO DI MACHADO DELLA PIÙ GRANDE COSTRUZIONE MILITARE USA DALLA GUERRA IN IRAQ LA RENDONO CATEGORICAMENTE INELIGIBILE
La denuncia fa notare come l'annuncio e la cerimonia del Nobel si siano verificati in quello che gli analisti militari descrivono come "il più grande dispiegamento militare statunitense nei Caraibi dalla crisi dei missili di Cuba" - ora superando i 15.000 persone, compresa la portaerei USS Gerald R. Ford.
JULIAN ASSANGE ARRIVA DENUNCIA CRIMINALE CONTRO LA FONDAZIONE NOBEL PER IL PREMIO PER LA PACE “STRUMENTO DI GUERRA”
Il fondatore di WikiLeaks Allege il premio 2025 a María Corina Machado Costituisce un'appropriazione indebita, agevolazione dei crimini di guerra secondo la legge svedese, cerca il congelamento di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) di trasferimenti in sospeso a Machado
STOCCOLMA — 11:00 CET 17 dicembre 2025
Julian Assange oggi ha presentato una denuncia penale in Svezia in cui accusa 30 persone associate alla Fondazione Nobel, compresa la sua leadership, di aver commesso gravi crimini sospetti, tra cui il reato di appropriazione indebita di fondi, l'agevolazione di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e il finanziamento del reato di aggressione.
La denuncia mostra che il 1895 di Alfred Nobel impone esplicitamente che il premio per la pace vada all'individuo che durante l'anno successivo "ha conferito il maggior beneficio all'umanità" facendo "il massimo o il migliore lavoro per la fraternità tra nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e per lo svolgimento e la promozione di congressi di pace. ”
Assange sostiene che "La decisione politica del comitato di selezione norvegese non sospende il dovere fiduciario degli amministratori dei fondi svedesi". “Qualsiasi esborso contraddice questo mandato costituisce appropriazione indebita della dotazione”.
La denuncia, presentata simultaneamente all'Autorità svedese per la criminalità economica (Ekobrottsmyndigheten) e all'unità svedese per crimini di guerra (Krigsbrottsenheten), afferma che i sospettati, tra cui la presidente della Fondazione Nobel Astrid Söderbergh Widding e il direttore esecutivo Hanna Stjärne, hanno convertito "uno strumento di pace in strumento di guerra", attraverso una sospetta "grave criminalità" tra cui:
1) Violazione di fiducia, appropriazione indebita e cospirazione in relazione all'erogazione di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) del premio per la pace a Maria Corina Machado, le cui azioni precedenti e in corso la escludono categoricamente dai criteri stabiliti nel testamento di Alfred Nobel;
2) Agevolazione dei crimini di guerra, compreso il reato di aggressione e crimini contro l'umanità, violazione degli obblighi della Svezia ai sensi dell'articolo 25, paragrafo 3, lettera c), dello Statuto di Roma, perché gli imputati sono a conoscenza dell'incitamento e dell'appoggio di Machado alla commissione dei crimini internazionali degli Stati Uniti, e sapevano o avrebbero dovuto sapere che la l'erogazione di denaro Nobel contribuirebbe ad uccisioni extragiudiziali di civili e sopravvissuti naufraghi in mare e violano il loro obbligo di cessare i versamenti.
Assange osserva che i membri della Fondazione Nobel hanno esercitato in precedenza la loro autorità di vigilanza sui premi e sui loro esborsi trattenendo gli esborsi del Premio Letteratura nel 2018. "Il mancato intervento qui, nonostante i crimini di guerra degli Stati Uniti al largo delle coste venezuelane e il ruolo chiave di Machado nel promuovere l'aggressione" comporta responsabilità penale.
"La dotazione di Alfred Nobel per la pace non può essere spesa per la promozione della guerra", afferma Assange. Gli imputati hanno obblighi legali concreti perché hanno il compito di “garantire l’adempimento dello scopo previsto del testamento di Alfred Nobel, cioè di porre fine a guerre e crimini di guerra, e non di permetterli. ”
L'INCITAMENTO DI MACHADO DELLA PIÙ GRANDE COSTRUZIONE MILITARE USA DALLA GUERRA IN IRAQ LA RENDONO CATEGORICAMENTE INELIGIBILE
La denuncia fa notare come l'annuncio e la cerimonia del Nobel si siano verificati in quello che gli analisti militari descrivono come "il più grande dispiegamento militare statunitense nei Caraibi dalla crisi dei missili di Cuba" - ora superando i 15.000 persone, compresa la portaerei USS Gerald R. Ford.
X (formerly Twitter)
WikiLeaks (@wikileaks) on X
JULIAN ASSANGE FILES CRIMINAL COMPLAINT AGAINST NOBEL FOUNDATION OVER “INSTRUMENT OF WAR” PEACE PRIZE
WikiLeaks Founder Alleges 2025 Award to María Corina Machado Constitutes Misappropriation, Facilitation of War Crimes Under Swedish Law, Seeks Freeze of…
WikiLeaks Founder Alleges 2025 Award to María Corina Machado Constitutes Misappropriation, Facilitation of War Crimes Under Swedish Law, Seeks Freeze of…
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L'escalation continua quando il Presidente Trump ha annunciato il 10 dicembre, due giorni dopo la cerimonia del Nobel, che gli scioperi degli Stati Uniti sarebbero "iniziati via terra. ” La strategia venezuelana fa parte di ciò che il Segretario alla Guerra di Trump, Peter Hegseth, definisce un cambiamento verso la “massima letalità, non la legalità tiepida” e “andare all’offesa”.
In questo contesto, Assange afferma che "Machado ha continuato a incitare l'amministrazione Trump a perseguire la sua strada escalatoriale", anche iniziando una cospirazione per dare all'amministrazione statunitense accesso a 1,7 miliardi di dollari in riserve petrolifere e altre risorse naturali attraverso la privatizzazione una volta che Maduro sarà stato espulso.
"Utilizzando la sua elevata posizione di vincitrice del premio Nobel per la pace, Machado potrebbe aver ribaltato l'equilibrio a favore della guerra, facilitato dai sospettati nominati. ” Assange afferma nella denuncia penale.
La denuncia elenca le prove di questo incitamento all'intervento militare statunitense, oltre a elogiare la condotta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gaza. Le sue dichiarazioni includono:
- "L'escalation militare può essere l'unico modo... gli Stati Uniti potrebbero dover intervenire direttamente” (30 ottobre 2025)
- Machado ha definito "giustificate" e "visionarie" gli attacchi militari statunitensi su navi civili, che hanno ucciso almeno 95 persone.
- Machado ha dedicato il premio al Presidente degli Stati Uniti Trump, perché "ha finalmente messo il Venezuela... in termini di priorità per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”
- Dichiarazioni storiche tra cui testimonianze del 2014 davanti al Congresso degli Stati Uniti dove ha detto: "L'unica strada rimasta è l'uso della forza"
L'archiviazione cita un vasto esperto di terzi e un'opposizione istituzionale a Machado che riceve il premio:
- 21 organizzazioni di pace norvegesi hanno dichiarato: "Machado è l'opposto di un premio per la pace. ”
- Il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel ha dichiarato: "Dare il premio a qualcuno che chiede un'invasione straniera è una beffa della volontà di Alfred Nobel. ”
- L'Istituto di Ricerca per la Pace di Oslo (PRIO) ha confermato che Machado "ha chiesto un intervento militare in Venezuela. ”
AZIONE RICHIESTA
La denuncia sottolinea che "C'è il rischio reale che i fondi derivanti dalla dotazione del Nobel siano stati o vengano dirottati intenzionalmente o negligentemente dal loro scopo caritatevole per agevolare aggressioni, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. ”
Assange chiede alle autorità svedesi:
1. Congelamento immediato del trasferimento del premio monetario di 11.000.000 corone corone e del budget rimanente e restituzione sicura della medaglia.
2. Indagate le persone nominate, gli ufficiali della Fondazione e le entità associate per violazione della fiducia, agevolazione di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e cospirazione.
3. Sequestro dei verbali del consiglio, email, chat di gruppo, registri finanziari.
4. Interrogate Widding, Stjärne e altri sospettati.
5. Indagare a fondo a livello nazionale o rinviare la questione alla Corte penale internazionale (statuto di Roma art. 25, paragrafo 3, lettera c)).
"Questa denuncia cerca il congelamento immediato di tutti i fondi rimasti e un'indagine penale completa affinché il premio Nobel per la pace non venga definitivamente convertito da strumento di pace in strumento di guerra", conclude Assange.
https://x.com/wikileaks/status/2001237114751713464
Archiviazione di denuncia penale ora disponibile qui: https://file.wikileaks.org/files/2025/machado29-dist.pdf
In questo contesto, Assange afferma che "Machado ha continuato a incitare l'amministrazione Trump a perseguire la sua strada escalatoriale", anche iniziando una cospirazione per dare all'amministrazione statunitense accesso a 1,7 miliardi di dollari in riserve petrolifere e altre risorse naturali attraverso la privatizzazione una volta che Maduro sarà stato espulso.
"Utilizzando la sua elevata posizione di vincitrice del premio Nobel per la pace, Machado potrebbe aver ribaltato l'equilibrio a favore della guerra, facilitato dai sospettati nominati. ” Assange afferma nella denuncia penale.
La denuncia elenca le prove di questo incitamento all'intervento militare statunitense, oltre a elogiare la condotta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gaza. Le sue dichiarazioni includono:
- "L'escalation militare può essere l'unico modo... gli Stati Uniti potrebbero dover intervenire direttamente” (30 ottobre 2025)
- Machado ha definito "giustificate" e "visionarie" gli attacchi militari statunitensi su navi civili, che hanno ucciso almeno 95 persone.
- Machado ha dedicato il premio al Presidente degli Stati Uniti Trump, perché "ha finalmente messo il Venezuela... in termini di priorità per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”
- Dichiarazioni storiche tra cui testimonianze del 2014 davanti al Congresso degli Stati Uniti dove ha detto: "L'unica strada rimasta è l'uso della forza"
L'archiviazione cita un vasto esperto di terzi e un'opposizione istituzionale a Machado che riceve il premio:
- 21 organizzazioni di pace norvegesi hanno dichiarato: "Machado è l'opposto di un premio per la pace. ”
- Il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel ha dichiarato: "Dare il premio a qualcuno che chiede un'invasione straniera è una beffa della volontà di Alfred Nobel. ”
- L'Istituto di Ricerca per la Pace di Oslo (PRIO) ha confermato che Machado "ha chiesto un intervento militare in Venezuela. ”
AZIONE RICHIESTA
La denuncia sottolinea che "C'è il rischio reale che i fondi derivanti dalla dotazione del Nobel siano stati o vengano dirottati intenzionalmente o negligentemente dal loro scopo caritatevole per agevolare aggressioni, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. ”
Assange chiede alle autorità svedesi:
1. Congelamento immediato del trasferimento del premio monetario di 11.000.000 corone corone e del budget rimanente e restituzione sicura della medaglia.
2. Indagate le persone nominate, gli ufficiali della Fondazione e le entità associate per violazione della fiducia, agevolazione di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e cospirazione.
3. Sequestro dei verbali del consiglio, email, chat di gruppo, registri finanziari.
4. Interrogate Widding, Stjärne e altri sospettati.
5. Indagare a fondo a livello nazionale o rinviare la questione alla Corte penale internazionale (statuto di Roma art. 25, paragrafo 3, lettera c)).
"Questa denuncia cerca il congelamento immediato di tutti i fondi rimasti e un'indagine penale completa affinché il premio Nobel per la pace non venga definitivamente convertito da strumento di pace in strumento di guerra", conclude Assange.
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Archiviazione di denuncia penale ora disponibile qui: https://file.wikileaks.org/files/2025/machado29-dist.pdf
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Il fondatore di WikiLeaks Allege il premio 2025 a María Corina Machado Costituisce un'appropriazione indebita, agevolazione dei crimini di guerra secondo la legge svedese, cerca il congelamento di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) di trasferimenti in sospeso a Machado
STOCCOLMA — 11:00 CET 17 dicembre 2025
Julian Assange oggi ha presentato una denuncia penale in Svezia in cui accusa 30 persone associate alla Fondazione Nobel, compresa la sua leadership, di aver commesso gravi crimini sospetti, tra cui il reato di appropriazione indebita di fondi, l'agevolazione di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e il finanziamento del reato di aggressione.
La denuncia mostra che il 1895 di Alfred Nobel impone esplicitamente che il premio per la pace vada all'individuo che durante l'anno successivo "ha conferito il maggior beneficio all'umanità" facendo "il massimo o il migliore lavoro per la fraternità tra nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e per lo svolgimento e la promozione di congressi di pace. ”
Assange sostiene che "La decisione politica del comitato di selezione norvegese non sospende il dovere fiduciario degli amministratori dei fondi svedesi". “Qualsiasi esborso contraddice questo mandato costituisce appropriazione indebita della dotazione”.
La denuncia, presentata simultaneamente all'Autorità svedese per la criminalità economica (Ekobrottsmyndigheten) e all'unità svedese per crimini di guerra (Krigsbrottsenheten), afferma che i sospettati, tra cui la presidente della Fondazione Nobel Astrid Söderbergh Widding e il direttore esecutivo Hanna Stjärne, hanno convertito "uno strumento di pace in strumento di guerra", attraverso una sospetta "grave criminalità" tra cui:
1) Violazione di fiducia, appropriazione indebita e cospirazione in relazione all'erogazione di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) del premio per la pace a Maria Corina Machado, le cui azioni precedenti e in corso la escludono categoricamente dai criteri stabiliti nel testamento di Alfred Nobel;
2) Agevolazione dei crimini di guerra, compreso il reato di aggressione e crimini contro l'umanità, violazione degli obblighi della Svezia ai sensi dell'articolo 25, paragrafo 3, lettera c), dello Statuto di Roma, perché gli imputati sono a conoscenza dell'incitamento e dell'appoggio di Machado alla commissione dei crimini internazionali degli Stati Uniti, e sapevano o avrebbero dovuto sapere che la l'erogazione di denaro Nobel contribuirebbe ad uccisioni extragiudiziali di civili e sopravvissuti naufraghi in mare e violano il loro obbligo di cessare i versamenti.
Assange osserva che i membri della Fondazione Nobel hanno esercitato in precedenza la loro autorità di vigilanza sui premi e sui loro esborsi trattenendo gli esborsi del Premio Letteratura nel 2018. "Il mancato intervento qui, nonostante i crimini di guerra degli Stati Uniti al largo delle coste venezuelane e il ruolo chiave di Machado nel promuovere l'aggressione" comporta responsabilità penale.
"La dotazione di Alfred Nobel per la pace non può essere spesa per la promozione della guerra", afferma Assange. Gli imputati hanno obblighi legali concreti perché hanno il compito di “garantire l’adempimento dello scopo previsto del testamento di Alfred Nobel, cioè di porre fine a guerre e crimini di guerra, e non di permetterli. ”
L'INCITAMENTO DI MACHADO DELLA PIÙ GRANDE COSTRUZIONE MILITARE USA DALLA GUERRA IN IRAQ LA RENDONO CATEGORICAMENTE INELIGIBILE
La denuncia fa notare come l'annuncio e la cerimonia del Nobel si siano verificati in quello che gli analisti militari descrivono come "il più grande dispiegamento militare statunitense nei Caraibi dalla crisi dei missili di Cuba" - ora superando i 15.000 persone, compresa la portaerei USS Gerald R. Ford.
JULIAN ASSANGE ARRIVA DENUNCIA CRIMINALE CONTRO LA FONDAZIONE NOBEL PER IL PREMIO PER LA PACE “STRUMENTO DI GUERRA”
Il fondatore di WikiLeaks Allege il premio 2025 a María Corina Machado Costituisce un'appropriazione indebita, agevolazione dei crimini di guerra secondo la legge svedese, cerca il congelamento di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) di trasferimenti in sospeso a Machado
STOCCOLMA — 11:00 CET 17 dicembre 2025
Julian Assange oggi ha presentato una denuncia penale in Svezia in cui accusa 30 persone associate alla Fondazione Nobel, compresa la sua leadership, di aver commesso gravi crimini sospetti, tra cui il reato di appropriazione indebita di fondi, l'agevolazione di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e il finanziamento del reato di aggressione.
La denuncia mostra che il 1895 di Alfred Nobel impone esplicitamente che il premio per la pace vada all'individuo che durante l'anno successivo "ha conferito il maggior beneficio all'umanità" facendo "il massimo o il migliore lavoro per la fraternità tra nazioni, per l'abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e per lo svolgimento e la promozione di congressi di pace. ”
Assange sostiene che "La decisione politica del comitato di selezione norvegese non sospende il dovere fiduciario degli amministratori dei fondi svedesi". “Qualsiasi esborso contraddice questo mandato costituisce appropriazione indebita della dotazione”.
La denuncia, presentata simultaneamente all'Autorità svedese per la criminalità economica (Ekobrottsmyndigheten) e all'unità svedese per crimini di guerra (Krigsbrottsenheten), afferma che i sospettati, tra cui la presidente della Fondazione Nobel Astrid Söderbergh Widding e il direttore esecutivo Hanna Stjärne, hanno convertito "uno strumento di pace in strumento di guerra", attraverso una sospetta "grave criminalità" tra cui:
1) Violazione di fiducia, appropriazione indebita e cospirazione in relazione all'erogazione di 11 milioni di SEK (1,18 milioni di dollari) del premio per la pace a Maria Corina Machado, le cui azioni precedenti e in corso la escludono categoricamente dai criteri stabiliti nel testamento di Alfred Nobel;
2) Agevolazione dei crimini di guerra, compreso il reato di aggressione e crimini contro l'umanità, violazione degli obblighi della Svezia ai sensi dell'articolo 25, paragrafo 3, lettera c), dello Statuto di Roma, perché gli imputati sono a conoscenza dell'incitamento e dell'appoggio di Machado alla commissione dei crimini internazionali degli Stati Uniti, e sapevano o avrebbero dovuto sapere che la l'erogazione di denaro Nobel contribuirebbe ad uccisioni extragiudiziali di civili e sopravvissuti naufraghi in mare e violano il loro obbligo di cessare i versamenti.
Assange osserva che i membri della Fondazione Nobel hanno esercitato in precedenza la loro autorità di vigilanza sui premi e sui loro esborsi trattenendo gli esborsi del Premio Letteratura nel 2018. "Il mancato intervento qui, nonostante i crimini di guerra degli Stati Uniti al largo delle coste venezuelane e il ruolo chiave di Machado nel promuovere l'aggressione" comporta responsabilità penale.
"La dotazione di Alfred Nobel per la pace non può essere spesa per la promozione della guerra", afferma Assange. Gli imputati hanno obblighi legali concreti perché hanno il compito di “garantire l’adempimento dello scopo previsto del testamento di Alfred Nobel, cioè di porre fine a guerre e crimini di guerra, e non di permetterli. ”
L'INCITAMENTO DI MACHADO DELLA PIÙ GRANDE COSTRUZIONE MILITARE USA DALLA GUERRA IN IRAQ LA RENDONO CATEGORICAMENTE INELIGIBILE
La denuncia fa notare come l'annuncio e la cerimonia del Nobel si siano verificati in quello che gli analisti militari descrivono come "il più grande dispiegamento militare statunitense nei Caraibi dalla crisi dei missili di Cuba" - ora superando i 15.000 persone, compresa la portaerei USS Gerald R. Ford.
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Riceviamo e pubblichiamo:
Mentre il mondo celebra le festività natalizie e la fine dell’anno, i cittadini di Gaza vivono queste giornate nel modo più doloroso: accompagnando i propri cari verso l’ultimo saluto nei cimiteri.
Nella giornata di ieri, sette civili hanno perso la vita nel quartiere di Al-Tuffah, nella parte orientale della città di Gaza, a seguito di bombardamenti israeliani che hanno colpito una scuola trasformata in centro di accoglienza per sfollati, già costretti a fuggire dalle loro abitazioni a causa dei continui attacchi.
Dal 11 ottobre scorso, data di entrata in vigore della tregua, oltre 400 cittadini di Gaza sono stati uccisi, in quella che appare come una violazione continua e sistematica della tregua firmata a Sharm El-Sheikh, in Egitto.
Questi eventi confermano il grave e persistente calpestamento dei diritti umani fondamentali della popolazione civile.
La popolazione di Gaza ha urgente bisogno di aiuto umanitario:
ha bisogno dell’apertura dei valichi, di tende, di medicine, di cibo, di acqua potabile e di protezione.
Non ha bisogno di bombe che continuano a spezzare vite e distruggere famiglie.
I cittadini gazawi chiedono semplicemente ciò che spetta a ogni essere umano:
la possibilità di vivere in sicurezza, di proteggere i propri figli e di accogliere il nuovo anno in pace, come ogni altro popolo del mondo.
Il silenzio e l’inazione della comunità internazionale di fronte a questa tragedia rappresentano una grave responsabilità morale e politica. È tempo di agire, di fermare la violenza e di garantire una reale protezione ai civili.
20/12/2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
Mentre il mondo celebra le festività natalizie e la fine dell’anno, i cittadini di Gaza vivono queste giornate nel modo più doloroso: accompagnando i propri cari verso l’ultimo saluto nei cimiteri.
Nella giornata di ieri, sette civili hanno perso la vita nel quartiere di Al-Tuffah, nella parte orientale della città di Gaza, a seguito di bombardamenti israeliani che hanno colpito una scuola trasformata in centro di accoglienza per sfollati, già costretti a fuggire dalle loro abitazioni a causa dei continui attacchi.
Dal 11 ottobre scorso, data di entrata in vigore della tregua, oltre 400 cittadini di Gaza sono stati uccisi, in quella che appare come una violazione continua e sistematica della tregua firmata a Sharm El-Sheikh, in Egitto.
Questi eventi confermano il grave e persistente calpestamento dei diritti umani fondamentali della popolazione civile.
La popolazione di Gaza ha urgente bisogno di aiuto umanitario:
ha bisogno dell’apertura dei valichi, di tende, di medicine, di cibo, di acqua potabile e di protezione.
Non ha bisogno di bombe che continuano a spezzare vite e distruggere famiglie.
I cittadini gazawi chiedono semplicemente ciò che spetta a ogni essere umano:
la possibilità di vivere in sicurezza, di proteggere i propri figli e di accogliere il nuovo anno in pace, come ogni altro popolo del mondo.
Il silenzio e l’inazione della comunità internazionale di fronte a questa tragedia rappresentano una grave responsabilità morale e politica. È tempo di agire, di fermare la violenza e di garantire una reale protezione ai civili.
20/12/2025
Associazione dei Palestinesi in Italia (API)
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‼️La vicenda di David McBride rappresenta un caso emblematico nella discussione sul whistleblowing, ossia il coraggio di denunciare crimini o comportamenti illeciti all’interno di strutture di potere, e la ragion di Stato che tende a proteggere tale potere a scapito della giustizia e dei diritti umani. Leggi l'articolo completo sul nostro sito:👇
https://www.freeassangeitalia.it/la-ragion-di-stato-contro-il-whistleblowing-il-caso-di-david-mcbride/
Invia un messaggio di solidarietà per Natale a David:👇
https://informationrights.org/take-action/message-david-mcbride
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