Il segretario del comitato regionale di Novgorod del Partito Comunista della Federazione Russa, Nikita Makarevich, è stato invitato dalla locale scuole elementare per una lezione sulla Grande Guerra Patriottica, sull'attualità dell'antifascismo e sull'importanza della bandiera sovietica della vittoria e sul suo significato oggi. Non sorprende che i ragazzi abbiano voluto crearne un paio di riproduzioni con le proprie mani, da esporre nelle loro classi in occasione del 9 maggio. Notate qualche differenza con quanto accade in Ucraina dove ai bimbi viene insegnato l'odio etnico e a celebrare i collaboratori nazisti come Bandera?
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SOTENERE LA NATO È INCOMPATIBILE CON L'ANTIFASCISMO!
Persino il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo ha dovuto ribadire l'ovvio: le bandiere della Nato non possono essere ammesse ai cortei del 25 aprile. La Nato è un'alleanza militare imperialista e guerrafondaia finalizzata a perpetuare il dominio degli Usa nel mondo, quanto di più lontano dai valori della Resistenza antifascista, insomma.
E non lo diciamo noi, ma lo disse chi della Resistenza fu protagonista. Sulla rivista "La Resistenza Continua" nel 1975, Angiolo Gracci comandante della 22ª Brigata Garibaldi d'assalto Vittorio Sinigaglia e liberatore di Firenze scrisse: "Non abbiamo liberato l'Italia dai nazisti per consegnarla all'imperialismo americano". Qualche anno prima, nel 1954, in un intervento al Senato, Pietro Secchia, che della Resistenza fu uno dei principali protagonisti, essendo il responsabile a livello nazionale del comando generale delle Brigate Garibaldi, affermò che: "Il programma della Resistenza fu la conquista della pace, della libertà e della indipendenza dell'Italia. L'adesione al Patto Atlantico è una rinuncia all'indipendenza nazionale ed è un tradimento della Resistenza".
Gli atlantisti, i sostenitori della Nato, i guerrafondai pronti ad inondare l'Ucraina (e le milizie di estrema destra) di armi per assecondare i voleri di Washington, nulla hanno a che spartire con il 25 aprile!
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Persino il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo ha dovuto ribadire l'ovvio: le bandiere della Nato non possono essere ammesse ai cortei del 25 aprile. La Nato è un'alleanza militare imperialista e guerrafondaia finalizzata a perpetuare il dominio degli Usa nel mondo, quanto di più lontano dai valori della Resistenza antifascista, insomma.
E non lo diciamo noi, ma lo disse chi della Resistenza fu protagonista. Sulla rivista "La Resistenza Continua" nel 1975, Angiolo Gracci comandante della 22ª Brigata Garibaldi d'assalto Vittorio Sinigaglia e liberatore di Firenze scrisse: "Non abbiamo liberato l'Italia dai nazisti per consegnarla all'imperialismo americano". Qualche anno prima, nel 1954, in un intervento al Senato, Pietro Secchia, che della Resistenza fu uno dei principali protagonisti, essendo il responsabile a livello nazionale del comando generale delle Brigate Garibaldi, affermò che: "Il programma della Resistenza fu la conquista della pace, della libertà e della indipendenza dell'Italia. L'adesione al Patto Atlantico è una rinuncia all'indipendenza nazionale ed è un tradimento della Resistenza".
Gli atlantisti, i sostenitori della Nato, i guerrafondai pronti ad inondare l'Ucraina (e le milizie di estrema destra) di armi per assecondare i voleri di Washington, nulla hanno a che spartire con il 25 aprile!
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In tutta la Russia si stanno diffondendo i murales in onore dell'eroica nonnina che ha affrontato le truppe ucraine con la bandiera sovietica in mano. Nelle foto i murales a Yaroslavl e Mosca.
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UNA GUERRA CONTRO I LAVORATORI
Nel 2021, primo anno di governo del banchiere Draghi abbiamo avuto il record di morti sul lavoro. Nel 2022 il trend è in ulteriore peggioramento. Le cause principali sono sempre le stesse: mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte delle aziende, ritmi di lavoro eccessivi, precarizzazione, ecc. Non fatalità ma omicidi quindi. E il governo è complice.
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Nel 2021, primo anno di governo del banchiere Draghi abbiamo avuto il record di morti sul lavoro. Nel 2022 il trend è in ulteriore peggioramento. Le cause principali sono sempre le stesse: mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte delle aziende, ritmi di lavoro eccessivi, precarizzazione, ecc. Non fatalità ma omicidi quindi. E il governo è complice.
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Dalla conferenza internazionale contro il fascismo a Caracas promossa dal Venezuela Bolivariano, e stata espressa la piena e convinta solidarietà al Donbass.
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ONORE E GLORIA ETERNA AI CADUTI PARTIGIANI - MARCIA COMMEMORATIVA
Oggi, sabato 16 aprile, ore 15.00 a Roma da Piazzale Tiburtino al cimitero del Verano.
Dal comunicato di Patria Socialista
"Nemici del fascismo e dell'antifascismo di maniera, torniamo a marciare per onorare la nostra Brigata Immortale Partigiana portando sul petto i volti di chi cadde lottando contro il fascismo. E lo faremo, come ogni anno, nel silenzio del rispetto, nelle 3 file della disciplina militante, con in testa alla marcia le 3 bandiere che hanno rappresentato da sempre l'odio verso il fascista e la lotta per la Libertà: quella rossa con la falce e martello, il tricolore e quella degli Arditi del Popolo.
Perché il fascismo non è, come molti credono, gagliardetti e nostalgia, ma un agire ben preciso, sistematico, che punta alla sopraffazione, allo sfruttamento, alla repressione. Lo abbiamo visto in Italia nel ventennio e lo abbiamo visto in questi 8 anni in Donbass, dove gli antifascisti hanno combattuto le Brigate neonaziste finanziate ed addestrate dall'Occidente. Una Resistenza di Popolo che ha visto i Lavoratori col nastro di San Giorgio sul petto, prendere le armi e combattere chi inneggiava ai nazisti e ne portava fiero i simboli di infamia.
Per questo motivo quest'anno la nostra marcia sarà dedicata a loro, per ripulire la memoria ed il coraggio di chi è caduto dall'immondizia della propaganda occidentale, che per anni ha girato gli occhi mentre il Popolo del Donbass resisteva sotto i bombardamenti e le incursioni.
In ricordo dei caduti di Odessa come di quelli delle Fosse Ardeatine, del Comandante Mozgovoy come di Dante di Nanni ed in ricordo del Partigiano Edy "Bozambo" Ongaro ci vediamo quindi, oggi, alle ore 15.00 a Piazzale Tiburtino per marciare fino al Monumento alla Resistenza Romana al Verano.
"Dormite in pace Compagni, l'impegno di marciare insieme verso l'avvenire non è caduto."
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Oggi, sabato 16 aprile, ore 15.00 a Roma da Piazzale Tiburtino al cimitero del Verano.
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"Nemici del fascismo e dell'antifascismo di maniera, torniamo a marciare per onorare la nostra Brigata Immortale Partigiana portando sul petto i volti di chi cadde lottando contro il fascismo. E lo faremo, come ogni anno, nel silenzio del rispetto, nelle 3 file della disciplina militante, con in testa alla marcia le 3 bandiere che hanno rappresentato da sempre l'odio verso il fascista e la lotta per la Libertà: quella rossa con la falce e martello, il tricolore e quella degli Arditi del Popolo.
Perché il fascismo non è, come molti credono, gagliardetti e nostalgia, ma un agire ben preciso, sistematico, che punta alla sopraffazione, allo sfruttamento, alla repressione. Lo abbiamo visto in Italia nel ventennio e lo abbiamo visto in questi 8 anni in Donbass, dove gli antifascisti hanno combattuto le Brigate neonaziste finanziate ed addestrate dall'Occidente. Una Resistenza di Popolo che ha visto i Lavoratori col nastro di San Giorgio sul petto, prendere le armi e combattere chi inneggiava ai nazisti e ne portava fiero i simboli di infamia.
Per questo motivo quest'anno la nostra marcia sarà dedicata a loro, per ripulire la memoria ed il coraggio di chi è caduto dall'immondizia della propaganda occidentale, che per anni ha girato gli occhi mentre il Popolo del Donbass resisteva sotto i bombardamenti e le incursioni.
In ricordo dei caduti di Odessa come di quelli delle Fosse Ardeatine, del Comandante Mozgovoy come di Dante di Nanni ed in ricordo del Partigiano Edy "Bozambo" Ongaro ci vediamo quindi, oggi, alle ore 15.00 a Piazzale Tiburtino per marciare fino al Monumento alla Resistenza Romana al Verano.
"Dormite in pace Compagni, l'impegno di marciare insieme verso l'avvenire non è caduto."
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Il primo vice comandante del battaglione "Somalia" delle forze della Repubblica Popolare di Donetsk ha issato la bandiera repubblicana sull'edificio principale della polizia a Mariupol.
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12 mesi di governo del banchiere Draghi: una catastrofe per le classi popolari.
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LA NATO È PARTE ATTIVA (E CAUSA) DELLA GUERRA.
Truppe speciali britanniche sul terreno, intelligence statunitense che guida le mosse dei militari ucraini, tonnellate di armi da tutti i principali paesi dell'alleanza atlantica: basta leggere gli stessi giornali mainstream per avere la conferma che la Nato in Ucraina è direttamente coinvolta nel conflitto. Del resto non è certo una novità: dal 2014 le forze Nato agiscono di concerto con l'esercito. Un anno fa ci fu una gigantesca esercitazione di guerra congiunta tra Kiev e le truppe Nato (https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/06/07/nato-ucraina-al-via-le-esercitazioni-militari-congiunte-sea-breeze/). E come ricordava Travaglio, mai smentito da nessuno (https://fb.watch/cqwR9420ZO/), la Nato aveva già basi in Ucraina da tempo. Per arrivare ad una vera pace, non solo l'Ucraina non deve entrare nella Nato, ma la Nato deve uscire dall'Ucraina (e da tutta l'Europa a cominciare dall'Italia).
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Truppe speciali britanniche sul terreno, intelligence statunitense che guida le mosse dei militari ucraini, tonnellate di armi da tutti i principali paesi dell'alleanza atlantica: basta leggere gli stessi giornali mainstream per avere la conferma che la Nato in Ucraina è direttamente coinvolta nel conflitto. Del resto non è certo una novità: dal 2014 le forze Nato agiscono di concerto con l'esercito. Un anno fa ci fu una gigantesca esercitazione di guerra congiunta tra Kiev e le truppe Nato (https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/06/07/nato-ucraina-al-via-le-esercitazioni-militari-congiunte-sea-breeze/). E come ricordava Travaglio, mai smentito da nessuno (https://fb.watch/cqwR9420ZO/), la Nato aveva già basi in Ucraina da tempo. Per arrivare ad una vera pace, non solo l'Ucraina non deve entrare nella Nato, ma la Nato deve uscire dall'Ucraina (e da tutta l'Europa a cominciare dall'Italia).
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Proteste del Partito Comunista e degli antifascisti in Moldavia, contro la legge che mette al bando il nastro di San Giorgio e le celebrazioni della vittoria sovietica contro il nazifascismo il 9 maggio.
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"Ciò che gli imperialisti non possono perdonarci è che siamo qui, ciò che gli imperialisti non possono perdonarci è la dignità, l'integrità, il coraggio, la fermezza ideologica, lo spirito di sacrificio e lo spirito rivoluzionario del popolo cubano".
Fidel Castro 16/04/1961
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"Ciò che gli imperialisti non possono perdonarci è che siamo qui, ciò che gli imperialisti non possono perdonarci è la dignità, l'integrità, il coraggio, la fermezza ideologica, lo spirito di sacrificio e lo spirito rivoluzionario del popolo cubano".
Fidel Castro 16/04/1961
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Continuano le infami provocazioni in vista del 25 aprile. Fuori la Nato dai cortei del giorno della Liberazione!
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Bandiera con svastica e inni nazisti nelle trincee ucraine. Così giusto per ricordare chi sono i "buoni" secondo i media occidentali. Quelli che il governo Draghi sta armando con i soldi pubblici.
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In Russia verrà punita l'equiparazione tra nazismo e comunismo.
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Il giornale tedesco di orientamento marxista Junge Welt alcuni giorni fa ha denunciato le sevizie subite da attivisti di sinistra e antifascisti da parte dei membri del battaglione Azov a Dnipro. In Italia invece i giornalisti di regime continuano a tessere le lodi di questi "eroi" nazisti. Dopo Repubblica, il Corriere, il Foglio, oggi è stata la volta del direttore de Il Giornale, Augusto Minzolini, scrivere l'elogio di questi macellai.
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