I PORTUALI DICONO: FUORI L'ITALIA DALLA GUERRA, NO AL TRAFFICO DI ARMI!

Mentre il premier Draghi, obbedendo agli ordini di Biden, è pronto ad inviare altre armi, più potenti, all'Ucraina, senza nemmeno passare da un voto vincolante del Parlamento, i lavoratori portuali continuano a ribadire la loro indisponibilità a movimentare armi nel porto di Genova. In questo video spiegano le loro ragioni.

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Cile. Militanti antifascisti ricordano così il giorno della Vittoria.

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Unità della Repubblica Popolare di Lugansk hanno issato la bandiera della vittoria sull'impianto chimico di Zarya, liberato dalle milizie neonaziste ucraine, e hanno proceduto allo sminamento dell'area.

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L'obiettivo dichiarato degli Usa e della Nato è sconfiggere la Russia. Per imporre i loro piani egemonici sono pronti ad innalzare sempre più l'escalation bellica fino a conseguenze imprevedibili. E il governo Draghi servile e subalterno alle follie guerrafondaie di Washington è corresponsabile.

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Grecia. Immagini da Atene di una delle manifestazioni che si stanno svolgendo in questi giorni contro la Nato e contro il governo ellenico che è pronto a concedere nuove basi e l'utilizzo dei porti alle navi da guerra Usa.

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L'esercito russo e le truppe della Repubblica Popolare di Donetsk non sono disposti a negoziare sui miliziani neonazisti di Azov intrappolati nei sotterranei di Azovstal. Sui criminali di guerra nessuna trattativa è possibile. Vale solo la denazificazione.

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GLORIA ETERNA ALL'ARMATA ROSSA!

Un video suggestivo.
Dopo la decisione intrisa di russofobia e revisionismo storico, del governo lettone di abbattere il "monumento ai liberatori di Riga", cioè ai soldati sovietici che hanno liberato la Lettonia dall'occupazione nazifascista, in Russia centinaia di persone, (antifascisti, studenti, gente comune) hanno deposto fiori a una immagine del monumento, posta davanti all'ambasciata lettone.

Ormai nei paesi baltici, proprio come in Ucraina, si sta imponendo una totale revisione della storia, con la riabilitazione dei nazionalisti collaboratori del terzo reich, e la demonizzazione dell'Unione Sovietica e dell'antifascismo. Il tutto con il pieno avallo della Nato e della UE. Contro questa deriva in Russia sempre più forte rinasce il sentimento di gratitudine verso l'Armata Rossa che liberò i popoli sovietici e tutta l'Europa orientale dalle truppe hitleriane, arrivando ad issare la bandiera sovietica sopra Berlino.

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ITALIA COLONIA SENZA SOVRANITÀ

La Nato ha deciso improvvisamente di effettuare esercitazioni navali su grande scala in Sardegna e lo ha comunicato alle autorità locali con poco preavviso e con toni imperativi racchiusi in un’affermazione senza appello: «decorrenza immediata». 17 aree marine di fronte alle più importanti spiagge dell'isola sono chiuse fino al 27 maggio. Così vuole la Nato per le sue prove di guerra e l'Italia obbedisce. La sovranità appartiene a Washington.

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Iniziata la Liberazione finale delle acciaierie Azovstal a Mariupol. I neonazisti si stanno arrendendo. Al momento è confermata l'evacuazione di 264 miliziani di cui 53 feriti, condotti a Novoazovsk, e di 211 altri combattenti portati a Olenivka, nel territorio della Repubblica Popolare di Donetsk.

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Turchia. Il 15 maggio centinaia di persone, convocate dal Partito Comunista, si sono radunate vicino alla base NATO di Incirlik per protestare contro la presenza militare degli Stati Uniti e della NATO sul suolo anatolico. La gioventù comunista, venuta a Incirlik con uno striscione "Abbasso la NATO, questa è la nostra terra!".
Intanto il presidente Erdoğan continua ad opporsi all'ingresso di Svezia e Finlandia nell'alleanza atlantica.

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NON È UN'EVACUAZIONE, È LA RESA DI AZOV. DA OGGI MARIUPOL È DEL TUTTO LIBERA DALLE MILIZE BANDERISTE

Una buona notizia per tutti gli antifascisti e per i cittadini del Donbass, finalmente Mariupol, dopo otto anni di occupazione e violenze da parte delle milizie banderiste, con la resa degli ultimi combattenti asserragliati nel gigantesco stabilimento delle Acciaierie Azovstal, è finalmente libera e pienamente integrata nella Repubblica Popolare di Donetsk. Nel 2014 quando la popolazione di Mariupol votò in larga maggioranza per l'indipendenza da Kiev al referendum promosso dalle autorità dell'oblast di Donetsk, la città venne dopo pochi giorni invasa dalle truppe ucraine, in particolare dai battaglioni più estremisti del nazionalismo suprematista come Azov. E proprio a Mariupol il battaglione Azov volle impiantare il suo quartier generale, come monito alla popolazione e agli antifascisti. Da oggi tutto questo è solo un brutto ricordo.

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