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Le forze di occupazione assaltano la città di Az-Zababdeh a sud di Jenin nel nord della Cisgiordania
🤬10💩7
Tre mig 31 volano accanto ad un isola sperduta del golfo di Finlandia , di sovranità estone e si scatena il finimondo.
I giornali parlano di provocazione della Federazione Russa , desiderosa di una guerra di conquista.
Se questa è una provocazione , chissà come possiamo classificare le operazioni fatte dai P-8 POSEIDON (Aerei spia della Boeing dotati , fra le altre cose , di due sistemi radar Raytheon adatti al monitoraggio e al puntamento di armi da remoto) degli Stati uniti e di vari paesi NATO :
-Nel Mar Baltico
-Nel Mar nero
-Fra le coste libanesi e siriane del Mediterraneo orientale
-Fra l' oceano indiano e il mare arabico all' imbocco del golfo di Aden
-Sopra Djibouti nel corno d'Africa
- Sopra le coste caraibiche prospicienti il Venezuela
- Sopra le isole Curili all' estremo est della federazione russa
-Lungo tutta la costa del mar cinese meridionale e nello stretto di Taiwan
(Questa lista fa riferimento solamente agli ultimi cinque anni)
I giornali parlano di provocazione della Federazione Russa , desiderosa di una guerra di conquista.
Se questa è una provocazione , chissà come possiamo classificare le operazioni fatte dai P-8 POSEIDON (Aerei spia della Boeing dotati , fra le altre cose , di due sistemi radar Raytheon adatti al monitoraggio e al puntamento di armi da remoto) degli Stati uniti e di vari paesi NATO :
-Nel Mar Baltico
-Nel Mar nero
-Fra le coste libanesi e siriane del Mediterraneo orientale
-Fra l' oceano indiano e il mare arabico all' imbocco del golfo di Aden
-Sopra Djibouti nel corno d'Africa
- Sopra le coste caraibiche prospicienti il Venezuela
- Sopra le isole Curili all' estremo est della federazione russa
-Lungo tutta la costa del mar cinese meridionale e nello stretto di Taiwan
(Questa lista fa riferimento solamente agli ultimi cinque anni)
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Giornata lunga quella di oggi , iniziata alle prime ore dell' alba con il blocco dei varchi dei porti di Livorno e Genova e finita qualche minuto fa , dappertutto dalle grandi città ai piccoli centri di provincia di cui è disseminato il nostro paese.
Nonostante la lunghezza di questa giornata e fermo restando che si tratta di un percorso , quindi di strada ce n'è ancora tanttissima da fare , per di più sicuramente impervia , possiamo già dire qualche cosa a riguardo.
1) i lavoratori sono ancora centrali come avanguardie nelle mobilitazioni , alla faccia di chi credeva e crede il contrario.
Lo sono se acquisiscono messaggi forti , hanno una linea internazionale giusta e fanno , cioè mettono in campo azioni concrete che accompagnano l'indignazione popolare.
Nonostante la lunghezza di questa giornata e fermo restando che si tratta di un percorso , quindi di strada ce n'è ancora tanttissima da fare , per di più sicuramente impervia , possiamo già dire qualche cosa a riguardo.
1) i lavoratori sono ancora centrali come avanguardie nelle mobilitazioni , alla faccia di chi credeva e crede il contrario.
Lo sono se acquisiscono messaggi forti , hanno una linea internazionale giusta e fanno , cioè mettono in campo azioni concrete che accompagnano l'indignazione popolare.
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2) oggi è stato un bello schiaffo ai sindacati concertativi, CGIL in primis , alla loro ipocrisia , al loro oggettivo collaborazionismo con i padroni dell' occidente e di Israele.
E questa cosa non si cancella con qualche comparsata nei cortei e men che meno con le solidarietà pelose.
3) la sinistra non è vero che è morta.
La sinistra è viva , ma APPARE SE È DI CLASSE , ATRIMENTI SEMPLICEMENTE NON È.
La sinistra che è morta , che è uno zombie , che sfinisce la gente , è la sinistra borghese , uguale alla destra , e su questa , sempre interessata ad infilarsi come il sale , nel tempo , nelle parti sane della società infuriata per questioni di politica interna ed internazionale, occorrerà vigilare con sempre più professionalità ed attenzione.
E questa cosa non si cancella con qualche comparsata nei cortei e men che meno con le solidarietà pelose.
3) la sinistra non è vero che è morta.
La sinistra è viva , ma APPARE SE È DI CLASSE , ATRIMENTI SEMPLICEMENTE NON È.
La sinistra che è morta , che è uno zombie , che sfinisce la gente , è la sinistra borghese , uguale alla destra , e su questa , sempre interessata ad infilarsi come il sale , nel tempo , nelle parti sane della società infuriata per questioni di politica interna ed internazionale, occorrerà vigilare con sempre più professionalità ed attenzione.
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ESPLOSIONE' udita dall'equipaggio della Flotta Sumud
I membri dell'equipaggio dicono che un drone ha ‘attaccato’ una delle barche di aiuti per Gaza
Più di una DOZZINA di droni hanno ronzato sulla flottiglia in precedenza, radio INTASATE di musica
Gli equipaggi della flottiglia — ‘La nostra determinazione è più forte, e questi metodi non ci impediranno di portare aiuti e rompere l'assedio su Gaza’
I membri dell'equipaggio dicono che un drone ha ‘attaccato’ una delle barche di aiuti per Gaza
Più di una DOZZINA di droni hanno ronzato sulla flottiglia in precedenza, radio INTASATE di musica
Gli equipaggi della flottiglia — ‘La nostra determinazione è più forte, e questi metodi non ci impediranno di portare aiuti e rompere l'assedio su Gaza’
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L'equipaggio della flottiglia dice che i «droni» stanno lasciando cadere «oggetti non identificati»
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Ultim'ora | L'attivista brasiliano Thiago Avilla segnala sei esplosioni su diverse imbarcazioni della Flotta Global Sumud in acque internazionali
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La resistenza palestinese è una responsabilità nazionale e morale che trae la sua legittimità dal nostro saldo popolo palestinese e dal suo diritto naturale a resistere all'occupazione, come riconosciuto dalle leggi e dalle carte internazionali. Respingiamo categoricamente l'identificazione del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese con la falsa narrazione sionista che tenta di distorcere l'Autorità Nazionale Palestinese accusandola di prendere di mira i civili.
Tutti i tentativi di imporre una tutela al nostro popolo e alla sua volontà falliranno. Consideriamo l'affermazione del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, secondo cui Hamas non avrà alcun ruolo nel governo, una violazione del diritto intrinseco del nostro popolo palestinese all'autodeterminazione e alla scelta dei propri governanti, e un'inaccettabile sottomissione a dettami e piani stranieri.
Affermiamo che le armi della resistenza non potranno essere toccate finché l'occupazione continuerà a occupare la nostra terra e i cuori del nostro popolo. Denunciamo la richiesta del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese di consegnarli, soprattutto alla luce della brutale guerra di sterminio a cui è sottoposto il nostro popolo nella Striscia di Gaza, e dei crimini e degli attacchi barbari perpetrati dai coloni armati e dall'esercito di occupazione contro civili disarmati nella Cisgiordania occupata.
L'unico modo per proteggere la nostra causa nazionale e contrastare i piani dell'occupazione fascista volti ad annientare e sfollare il nostro popolo a Gaza, ad annettere la Cisgiordania e a giudaizzare Gerusalemme e la Moschea di Al-Aqsa è attraverso l'unità nazionale e il consenso su un programma di lotta globale per contrastare la criminale occupazione sionista, finché le aspirazioni del nostro popolo alla liberazione, al ritorno e alla creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale non saranno soddisfatte.
Movimento di Resistenza Islamico - Hamas
Tutti i tentativi di imporre una tutela al nostro popolo e alla sua volontà falliranno. Consideriamo l'affermazione del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, secondo cui Hamas non avrà alcun ruolo nel governo, una violazione del diritto intrinseco del nostro popolo palestinese all'autodeterminazione e alla scelta dei propri governanti, e un'inaccettabile sottomissione a dettami e piani stranieri.
Affermiamo che le armi della resistenza non potranno essere toccate finché l'occupazione continuerà a occupare la nostra terra e i cuori del nostro popolo. Denunciamo la richiesta del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese di consegnarli, soprattutto alla luce della brutale guerra di sterminio a cui è sottoposto il nostro popolo nella Striscia di Gaza, e dei crimini e degli attacchi barbari perpetrati dai coloni armati e dall'esercito di occupazione contro civili disarmati nella Cisgiordania occupata.
L'unico modo per proteggere la nostra causa nazionale e contrastare i piani dell'occupazione fascista volti ad annientare e sfollare il nostro popolo a Gaza, ad annettere la Cisgiordania e a giudaizzare Gerusalemme e la Moschea di Al-Aqsa è attraverso l'unità nazionale e il consenso su un programma di lotta globale per contrastare la criminale occupazione sionista, finché le aspirazioni del nostro popolo alla liberazione, al ritorno e alla creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale non saranno soddisfatte.
Movimento di Resistenza Islamico - Hamas
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"L'appello al popolo palestinese e alla sua resistenza affinché depongano le armi è una pugnalata alla schiena della lotta del nostro popolo e del sangue dei nostri martiri, e contraddice i principi più basilari della legittima lotta di liberazione.
L'appello a deporre il fucile della resistenza è anche un rifiuto del ramoscello d'ulivo, poiché qualsiasi concetto di pace o il raggiungimento di uno qualsiasi degli obiettivi del nostro popolo è inutile e privo di significato con un nemico colonialista che crede che non esista un popolo palestinese e che il nostro popolo sia semplicemente un animale umano che deve essere sterminato. Il massacro in corso a Gaza è la prova di qualcosa di molto più pericoloso e di vasta portata.
Noi, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale, affermiamo che nessun partito ha il diritto di violare il legittimo diritto del nostro popolo alla resistenza, primo tra tutti la lotta armata. Il nostro popolo, che lotta da un secolo e nonostante tutti i suoi grandi sacrifici, non si è arreso e non si arrenderà alle pressioni del tempo e alla durezza della situazione attuale, a causa di una realtà prevalentemente araba e islamica, in gran parte sconfitta e priva di identità e volontà.
Le sfide storiche che la nostra causa palestinese si trova ad affrontare richiedono una riconsiderazione della realtà della patria palestinese e delle istituzioni dell'OLP, affinché riflettano il concetto di movimento di liberazione nazionale, invece di cercare soluzioni e mappe che contraddicano l'orgoglio, la storia e l'identità del nostro grande popolo e della sua lotta di liberazione.
È una rivoluzione fino alla liberazione della terra e del popolo.
✊🏼🇵🇸
L'appello a deporre il fucile della resistenza è anche un rifiuto del ramoscello d'ulivo, poiché qualsiasi concetto di pace o il raggiungimento di uno qualsiasi degli obiettivi del nostro popolo è inutile e privo di significato con un nemico colonialista che crede che non esista un popolo palestinese e che il nostro popolo sia semplicemente un animale umano che deve essere sterminato. Il massacro in corso a Gaza è la prova di qualcosa di molto più pericoloso e di vasta portata.
Noi, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale, affermiamo che nessun partito ha il diritto di violare il legittimo diritto del nostro popolo alla resistenza, primo tra tutti la lotta armata. Il nostro popolo, che lotta da un secolo e nonostante tutti i suoi grandi sacrifici, non si è arreso e non si arrenderà alle pressioni del tempo e alla durezza della situazione attuale, a causa di una realtà prevalentemente araba e islamica, in gran parte sconfitta e priva di identità e volontà.
Le sfide storiche che la nostra causa palestinese si trova ad affrontare richiedono una riconsiderazione della realtà della patria palestinese e delle istituzioni dell'OLP, affinché riflettano il concetto di movimento di liberazione nazionale, invece di cercare soluzioni e mappe che contraddicano l'orgoglio, la storia e l'identità del nostro grande popolo e della sua lotta di liberazione.
È una rivoluzione fino alla liberazione della terra e del popolo.
✊🏼🇵🇸
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🟢Nel nome di Allah, il Misericordioso, il Compassionevole
Dichiarazione Importante
Riguardo alla Risposta del Movimento Hamas alla Proposta del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Per la preoccupazione di porre fine all'aggressione e al genocidio commessi contro il nostro popolo saldo nella Striscia di Gaza, e derivante dalla nostra responsabilità nazionale, e dal nostro impegno verso le costanti, i diritti e gli interessi supremi del nostro popolo, il Movimento di Resistenza Islamica “Hamas” ha tenuto ampie consultazioni interne all'interno delle sue istituzioni di leadership, ampie consultazioni con le forze e le fazioni palestinesi, e discussioni con mediatori e amici fraterni, per raggiungere una posizione responsabile riguardo al piano del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Dopo uno studio approfondito, il movimento ha preso la sua decisione e ha fornito la seguente risposta ai mediatori:
Hamas apprezza gli sforzi arabi, islamici e internazionali, così come gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che chiedono la fine della guerra sulla Striscia di Gaza, lo scambio di prigionieri, l'ingresso immediato degli aiuti, e il rifiuto sia dell'occupazione della Striscia sia dello sfollamento del nostro popolo palestinese da essa.
In questo quadro, e al fine di ottenere una cessazione della guerra e un completo ritiro dalla Striscia, il movimento annuncia la sua approvazione per il rilascio di tutti i prigionieri israeliani—sia i vivi che i resti dei defunti—secondo il quadro di scambio delineato nella proposta del Presidente Trump, e con le condizioni di campo necessarie per effettuare lo scambio. In questo contesto, il movimento afferma la sua disponibilità a entrare immediatamente, tramite mediatori, in negoziati per discutere i dettagli di questa questione.
Il movimento ribadisce inoltre la sua approvazione per consegnare l'amministrazione della Striscia di Gaza a un organismo palestinese composto da indipendenti (tecnocrati), basato sul consenso nazionale palestinese e supportato da un sostegno arabo e islamico.
Per quanto riguarda le altre questioni incluse nella proposta del Presidente Trump che riguardano il futuro della Striscia di Gaza e i diritti inalienabili del popolo palestinese, queste sono legate a una posizione nazionale palestinese unificata e devono essere discusse attraverso un quadro nazionale palestinese inclusivo, di cui Hamas farà parte e al quale contribuirà responsabilmente.
Il Movimento di Resistenza Islamica – Hamas
Venerdì: 11 Rabi‘ al-Thani 1447 AH
Corrispondente a: 3 ottobre 2025 d.C.
Sito Ufficiale – Movimento Hamas
Dichiarazione Importante
Riguardo alla Risposta del Movimento Hamas alla Proposta del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Per la preoccupazione di porre fine all'aggressione e al genocidio commessi contro il nostro popolo saldo nella Striscia di Gaza, e derivante dalla nostra responsabilità nazionale, e dal nostro impegno verso le costanti, i diritti e gli interessi supremi del nostro popolo, il Movimento di Resistenza Islamica “Hamas” ha tenuto ampie consultazioni interne all'interno delle sue istituzioni di leadership, ampie consultazioni con le forze e le fazioni palestinesi, e discussioni con mediatori e amici fraterni, per raggiungere una posizione responsabile riguardo al piano del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Dopo uno studio approfondito, il movimento ha preso la sua decisione e ha fornito la seguente risposta ai mediatori:
Hamas apprezza gli sforzi arabi, islamici e internazionali, così come gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che chiedono la fine della guerra sulla Striscia di Gaza, lo scambio di prigionieri, l'ingresso immediato degli aiuti, e il rifiuto sia dell'occupazione della Striscia sia dello sfollamento del nostro popolo palestinese da essa.
In questo quadro, e al fine di ottenere una cessazione della guerra e un completo ritiro dalla Striscia, il movimento annuncia la sua approvazione per il rilascio di tutti i prigionieri israeliani—sia i vivi che i resti dei defunti—secondo il quadro di scambio delineato nella proposta del Presidente Trump, e con le condizioni di campo necessarie per effettuare lo scambio. In questo contesto, il movimento afferma la sua disponibilità a entrare immediatamente, tramite mediatori, in negoziati per discutere i dettagli di questa questione.
Il movimento ribadisce inoltre la sua approvazione per consegnare l'amministrazione della Striscia di Gaza a un organismo palestinese composto da indipendenti (tecnocrati), basato sul consenso nazionale palestinese e supportato da un sostegno arabo e islamico.
Per quanto riguarda le altre questioni incluse nella proposta del Presidente Trump che riguardano il futuro della Striscia di Gaza e i diritti inalienabili del popolo palestinese, queste sono legate a una posizione nazionale palestinese unificata e devono essere discusse attraverso un quadro nazionale palestinese inclusivo, di cui Hamas farà parte e al quale contribuirà responsabilmente.
Il Movimento di Resistenza Islamica – Hamas
Venerdì: 11 Rabi‘ al-Thani 1447 AH
Corrispondente a: 3 ottobre 2025 d.C.
Sito Ufficiale – Movimento Hamas
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Siria: Gli scontri più feroci tra le forze siriane (bande di Al Jolani) e le SDF sul fronte di Deir Hafer nella campagna di Aleppo
👎4
Funzionario di Hamas Izzat al-Rishq:
⭕️La tregua è il risultato degli immensi sacrifici, della fermezza e della leggendaria pazienza del nostro popolo, nonché della forza e della resilienza della resistenza.
⭕️Questo accordo deriva dalla nostra responsabilità storica verso il nostro grande popolo, dal nostro impegno per i loro diritti legittimi, e corona i risultati della nostra resistenza dal 7 ottobre.
⭕️L'accordo di cessate il fuoco è un risultato puramente nazionale che incarna l'unità del nostro popolo e il loro incrollabile allineamento con il percorso della resistenza come mezzo per affrontare l'occupazione sionista.
⭕️Durante le trattative, i nostri occhi e i nostri cuori sono rimasti con il nostro popolo a Gaza, il loro sangue puro e i grandi sacrifici sono un sacro pegno di lealtà e devozione.
⭕️Ciò che l'occupazione non è riuscita a ottenere attraverso il genocidio e la fame in due anni interi, non è riuscita a ottenerlo attraverso la negoziazione.
⭕️La tregua è il risultato degli immensi sacrifici, della fermezza e della leggendaria pazienza del nostro popolo, nonché della forza e della resilienza della resistenza.
⭕️Questo accordo deriva dalla nostra responsabilità storica verso il nostro grande popolo, dal nostro impegno per i loro diritti legittimi, e corona i risultati della nostra resistenza dal 7 ottobre.
⭕️L'accordo di cessate il fuoco è un risultato puramente nazionale che incarna l'unità del nostro popolo e il loro incrollabile allineamento con il percorso della resistenza come mezzo per affrontare l'occupazione sionista.
⭕️Durante le trattative, i nostri occhi e i nostri cuori sono rimasti con il nostro popolo a Gaza, il loro sangue puro e i grandi sacrifici sono un sacro pegno di lealtà e devozione.
⭕️Ciò che l'occupazione non è riuscita a ottenere attraverso il genocidio e la fame in due anni interi, non è riuscita a ottenerlo attraverso la negoziazione.
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Dichiarazione stampa di Hamas:
Dopo negoziati responsabili e seri condotti dal movimento e dalle fazioni della resistenza palestinese riguardo alla proposta del Presidente Donald Trump a Sharm El-Sheikh — mirata a porre fine alla guerra genocida contro il nostro popolo palestinese e al ritiro dell'occupazione dalla Striscia di Gaza — il Movimento di Resistenza Islamica Hamas annuncia che è stato raggiunto un accordo per porre fine alla guerra su Gaza, garantire il ritiro delle forze di occupazione, permettere l'ingresso di aiuti umanitari e attuare uno scambio di prigionieri.
Apprezziamo molto gli sforzi dei nostri fratelli e mediatori in Qatar, Egitto e Turchia, e valorizziamo anche gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, volti a porre fine in modo permanente alla guerra e a garantire il completo ritiro dell'occupazione dalla Striscia di Gaza.
Invitiamo il Presidente Trump, gli stati garanti dell'accordo e tutte le parti arabe, islamiche e internazionali a costringere il governo di occupazione a implementare pienamente tutte le disposizioni dell'accordo, e a impedirgli di eludere o ritardare gli impegni concordati.
Salutiamo il nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme, in Cisgiordania e in tutto il paese e nella diaspora — coloro che hanno dimostrato coraggio, onore e resilienza senza pari nel fronteggiare gli schemi dell'occupazione fascista che li prende di mira e i loro diritti nazionali. Questi sacrifici e queste posizioni ferme hanno sventato i piani di sottomissione e spostamento dell'occupazione israeliana.
Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani, e ci impegniamo a rimanere fedeli al nostro patto — senza mai abbandonare i diritti nazionali del nostro popolo fino al raggiungimento della libertà, dell'indipendenza e dell'autodeterminazione.
Dopo negoziati responsabili e seri condotti dal movimento e dalle fazioni della resistenza palestinese riguardo alla proposta del Presidente Donald Trump a Sharm El-Sheikh — mirata a porre fine alla guerra genocida contro il nostro popolo palestinese e al ritiro dell'occupazione dalla Striscia di Gaza — il Movimento di Resistenza Islamica Hamas annuncia che è stato raggiunto un accordo per porre fine alla guerra su Gaza, garantire il ritiro delle forze di occupazione, permettere l'ingresso di aiuti umanitari e attuare uno scambio di prigionieri.
Apprezziamo molto gli sforzi dei nostri fratelli e mediatori in Qatar, Egitto e Turchia, e valorizziamo anche gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, volti a porre fine in modo permanente alla guerra e a garantire il completo ritiro dell'occupazione dalla Striscia di Gaza.
Invitiamo il Presidente Trump, gli stati garanti dell'accordo e tutte le parti arabe, islamiche e internazionali a costringere il governo di occupazione a implementare pienamente tutte le disposizioni dell'accordo, e a impedirgli di eludere o ritardare gli impegni concordati.
Salutiamo il nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme, in Cisgiordania e in tutto il paese e nella diaspora — coloro che hanno dimostrato coraggio, onore e resilienza senza pari nel fronteggiare gli schemi dell'occupazione fascista che li prende di mira e i loro diritti nazionali. Questi sacrifici e queste posizioni ferme hanno sventato i piani di sottomissione e spostamento dell'occupazione israeliana.
Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani, e ci impegniamo a rimanere fedeli al nostro patto — senza mai abbandonare i diritti nazionali del nostro popolo fino al raggiungimento della libertà, dell'indipendenza e dell'autodeterminazione.
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Comunicato congiunto di Hamas, Jihad Islamico e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sull'accordo di tregua a Gaza.
Al nostro orgoglioso popolo palestinese:
Alla luce dell'annuncio della prima fase dell'accordo per fermare e porre fine alla guerra di genocidio, e dei negoziati condotti dai movimenti che hanno raggiunto questo traguardo nazionale, le tre forze esprimono un omaggio di riverenza e rispetto alle masse del nostro grande popolo, in particolare ai figli del nostro popolo nella Striscia di Gaza, che hanno affrontato i più atroci crimini sionisti con leggendaria fermezza e resistenza.
Rendiamo omaggio anche a tutti i martiri e i prigionieri, alle loro famiglie, alle famiglie dei dispersi e a ogni bambino, ragazza, madre, giovane, anziano e sfollato che è rimasto saldo sulla propria terra nonostante le tragedie, il genocidio, la fame, i massacri, le sofferenze degli sfollamenti e le difficoltà del vivere sotto la distruzione dei beni essenziali della vita quotidiana, affermando che la loro fermezza è un simbolo vivente della volontà e dell'incrollabile determinazione del nostro popolo, e la prova che la loro volontà è più forte di qualsiasi macchina di distruzione sionista.
La tenacia dei combattenti della Resistenza e di tutto il nostro popolo, comprese le squadre mediche, gli operatori delle ambulanze, la protezione civile, i giornalisti, i profughi e altri, ha sventato i piani di sfollamento e sradicamento e ha registrato una lezione immortale di tenacia e sfida, che rimarrà impressa nelle pagine più luminose della storia palestinese. Le magnifiche scene del ritorno dei nostri sfollati nella città di Gaza e i massicci raduni nelle sue strade, nei suoi campi e nei suoi vicoli distrutti sono una manifestazione della volontà di un popolo che rifiuta la migrazione forzata e insiste nel tornare e vivere sulla propria terra nonostante la massiccia distruzione.
Lodiamo anche l'eroica Resistenza che si è erta tra le macerie, ha resistito alla distruttiva macchina degli occupanti, ha spezzato il morale del nemico e gli ha inflitto pesanti perdite attraverso le sue operazioni di qualità, affermando che la volontà del nostro popolo e degli eroi della Resistenza è più forte di tutti i tentativi di oppressione e distruzione, e che il nemico non è stato in grado, in più di due anni, di spezzare la sua tenacia e volontà nonostante tutte le sue armi, la sua guerra massiccia e i suoi macchinari mortali.
Le tre forze esprimono inoltre un saluto di orgoglio e onore ai fronti di supporto in Yemen, Libano, Repubblica Islamica dell'Iran e Iraq, che si sono schierati al fianco del nostro popolo e della nostra Resistenza e hanno offerto martiri sulla via verso Gerusalemme e Al-Aqsa.
Le nostre tre forze esprimono inoltre il loro profondo apprezzamento per gli enormi sforzi compiuti dai mediatori fratelli (Egitto, Qatar, Turchia) e da tutti coloro che hanno sostenuto questo percorso, invitando la parte americana e tutti i mediatori a continuare a fare pressioni per garantire l'impegno degli occupanti a rispettare tutti i termini dell'accordo senza alcuna deviazione.
Apprezziamo profondamente l'inedito movimento di solidarietà globale che si è schierato al fianco del nostro popolo, alzando la voce contro il genocidio e perseguendo i crimini degli occupanti, affermando che la solidarietà dei popoli liberi con la Palestina e Gaza è un messaggio forte, che la causa del nostro popolo è una questione politica e umanitaria universale e che questo sostegno globale rappresenta un grande impulso morale per il nostro popolo resistente, confermando che l'occupazione è un'entità canaglia ora isolata e assediata, e che questo isolamento deve aumentare e intensificarsi.
Le forze chiariscono che, nonostante i persistenti tentativi degli occupanti di sabotare il percorso negoziale e ostacolare l'accordo, e gli sforzi di Netanyahu per prolungare la guerra e schiacciare ogni possibilità di fermare l'aggressione, la delegazione negoziale palestinese ha tenuto a mente le richieste del nostro popolo di fermare la guerra genocida e ha
Al nostro orgoglioso popolo palestinese:
Alla luce dell'annuncio della prima fase dell'accordo per fermare e porre fine alla guerra di genocidio, e dei negoziati condotti dai movimenti che hanno raggiunto questo traguardo nazionale, le tre forze esprimono un omaggio di riverenza e rispetto alle masse del nostro grande popolo, in particolare ai figli del nostro popolo nella Striscia di Gaza, che hanno affrontato i più atroci crimini sionisti con leggendaria fermezza e resistenza.
Rendiamo omaggio anche a tutti i martiri e i prigionieri, alle loro famiglie, alle famiglie dei dispersi e a ogni bambino, ragazza, madre, giovane, anziano e sfollato che è rimasto saldo sulla propria terra nonostante le tragedie, il genocidio, la fame, i massacri, le sofferenze degli sfollamenti e le difficoltà del vivere sotto la distruzione dei beni essenziali della vita quotidiana, affermando che la loro fermezza è un simbolo vivente della volontà e dell'incrollabile determinazione del nostro popolo, e la prova che la loro volontà è più forte di qualsiasi macchina di distruzione sionista.
La tenacia dei combattenti della Resistenza e di tutto il nostro popolo, comprese le squadre mediche, gli operatori delle ambulanze, la protezione civile, i giornalisti, i profughi e altri, ha sventato i piani di sfollamento e sradicamento e ha registrato una lezione immortale di tenacia e sfida, che rimarrà impressa nelle pagine più luminose della storia palestinese. Le magnifiche scene del ritorno dei nostri sfollati nella città di Gaza e i massicci raduni nelle sue strade, nei suoi campi e nei suoi vicoli distrutti sono una manifestazione della volontà di un popolo che rifiuta la migrazione forzata e insiste nel tornare e vivere sulla propria terra nonostante la massiccia distruzione.
Lodiamo anche l'eroica Resistenza che si è erta tra le macerie, ha resistito alla distruttiva macchina degli occupanti, ha spezzato il morale del nemico e gli ha inflitto pesanti perdite attraverso le sue operazioni di qualità, affermando che la volontà del nostro popolo e degli eroi della Resistenza è più forte di tutti i tentativi di oppressione e distruzione, e che il nemico non è stato in grado, in più di due anni, di spezzare la sua tenacia e volontà nonostante tutte le sue armi, la sua guerra massiccia e i suoi macchinari mortali.
Le tre forze esprimono inoltre un saluto di orgoglio e onore ai fronti di supporto in Yemen, Libano, Repubblica Islamica dell'Iran e Iraq, che si sono schierati al fianco del nostro popolo e della nostra Resistenza e hanno offerto martiri sulla via verso Gerusalemme e Al-Aqsa.
Le nostre tre forze esprimono inoltre il loro profondo apprezzamento per gli enormi sforzi compiuti dai mediatori fratelli (Egitto, Qatar, Turchia) e da tutti coloro che hanno sostenuto questo percorso, invitando la parte americana e tutti i mediatori a continuare a fare pressioni per garantire l'impegno degli occupanti a rispettare tutti i termini dell'accordo senza alcuna deviazione.
Apprezziamo profondamente l'inedito movimento di solidarietà globale che si è schierato al fianco del nostro popolo, alzando la voce contro il genocidio e perseguendo i crimini degli occupanti, affermando che la solidarietà dei popoli liberi con la Palestina e Gaza è un messaggio forte, che la causa del nostro popolo è una questione politica e umanitaria universale e che questo sostegno globale rappresenta un grande impulso morale per il nostro popolo resistente, confermando che l'occupazione è un'entità canaglia ora isolata e assediata, e che questo isolamento deve aumentare e intensificarsi.
Le forze chiariscono che, nonostante i persistenti tentativi degli occupanti di sabotare il percorso negoziale e ostacolare l'accordo, e gli sforzi di Netanyahu per prolungare la guerra e schiacciare ogni possibilità di fermare l'aggressione, la delegazione negoziale palestinese ha tenuto a mente le richieste del nostro popolo di fermare la guerra genocida e ha
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finora raggiunto un accordo per attuare la prima fase di questo percorso, che è un passo fondamentale verso la richiesta urgente della nostra popolazione: la cessazione definitiva della guerra criminale, la fine dell'aggressione a Gaza, il ritiro dell'occupazione e la fine dell'assedio.
Ciò che abbiamo raggiunto è un fallimento politico e di sicurezza dei piani dell'occupazione, che infrange i suoi obiettivi di imporre sfollamenti e sradicamenti, e un risultato parziale nel porre fine alle sofferenze del nostro popolo e liberare centinaia di eroici prigionieri - uomini e donne - dalle prigioni degli occupanti, un passo che esprime la fermezza della Resistenza, l'unità nazionale e la determinazione del nostro popolo a conquistare la propria libertà e dignità.
Quando abbiamo intrapreso questo percorso negoziale nel mezzo della guerra di genocidio, i nostri occhi erano fissi sulla sofferenza del nostro popolo che affrontava orrori senza precedenti di uccisioni, distruzione, genocidio e fame. Abbiamo agito per alta responsabilità nazionale, nonostante la parzialità verso gli interessi degli occupanti, per aprire un nuovo orizzonte per la vita a Gaza e per il nostro popolo lì radicato. Il percorso negoziale e il meccanismo per l'attuazione dell'accordo richiedono ancora un'elevata vigilanza nazionale e un attento monitoraggio 24 ore su 24 per garantire il successo di questa fase. Continueremo a lavorare con grande responsabilità con i mediatori per garantire l'impegno degli occupanti nel proteggere i diritti del nostro popolo e porre fine alle sue sofferenze.
Abbiamo compiuto grandi e strenui sforzi per liberare tutti i prigionieri, donne e uomini, e i leader del movimento nazionale dei prigionieri, ma gli occupanti, come al solito, hanno impedito il rilascio di un numero significativo di loro. Ciononostante, abbiamo preferito procedere con l'attuazione dell'accordo per garantire la cessazione della guerra genocida contro il nostro popolo e impedire al nemico di continuare il genocidio di massa. Promettiamo al nostro popolo e alle famiglie dei prigionieri che la questione della loro liberazione rimarrà in cima alle nostre priorità nazionali e che non li abbandoneremo mai. Ci congratuliamo inoltre con il nostro popolo per la liberazione di questo benedetto gruppo di prigionieri ed eroi.
Nostro saldo popolo
Questa fase rappresenta un'opportunità per rafforzare la solidarietà sociale all'interno della Striscia di Gaza, sostenere le famiglie colpite, garantire i beni di prima necessità e attivare quadri di cooperazione tra i movimenti, la società e le istituzioni locali e internazionali competenti, creando un ambiente resistente e unito in grado di affrontare tutte le sfide e preservare la fermezza del nostro popolo.
Rinnoviamo l'appello all'unità e alla responsabilità nazionale per intraprendere un percorso politico nazionale unitario con tutte le forze e i gruppi, e lavoriamo in collaborazione con i generosi sforzi egiziani per organizzare urgentemente un incontro nazionale globale per il prossimo passo dopo il cessate il fuoco, al fine di unificare la posizione palestinese, formulare una strategia nazionale completa e ricostruire le nostre istituzioni nazionali sulle basi della collaborazione, della credibilità e della trasparenza.
Sottolineiamo inoltre il nostro fermo rifiuto di qualsiasi tutela straniera e affermiamo che la definizione della forma di governo della Striscia di Gaza e dei fondamenti del lavoro delle sue istituzioni è una questione interna palestinese decisa congiuntamente dalle componenti del nostro popolo, con la disponibilità a beneficiare della partecipazione araba e internazionale nei settori della ricostruzione e del sostegno allo sviluppo, migliorando una vita dignitosa per il nostro popolo e preservando i suoi diritti alla propria terra.
Ciò che abbiamo raggiunto è un fallimento politico e di sicurezza dei piani dell'occupazione, che infrange i suoi obiettivi di imporre sfollamenti e sradicamenti, e un risultato parziale nel porre fine alle sofferenze del nostro popolo e liberare centinaia di eroici prigionieri - uomini e donne - dalle prigioni degli occupanti, un passo che esprime la fermezza della Resistenza, l'unità nazionale e la determinazione del nostro popolo a conquistare la propria libertà e dignità.
Quando abbiamo intrapreso questo percorso negoziale nel mezzo della guerra di genocidio, i nostri occhi erano fissi sulla sofferenza del nostro popolo che affrontava orrori senza precedenti di uccisioni, distruzione, genocidio e fame. Abbiamo agito per alta responsabilità nazionale, nonostante la parzialità verso gli interessi degli occupanti, per aprire un nuovo orizzonte per la vita a Gaza e per il nostro popolo lì radicato. Il percorso negoziale e il meccanismo per l'attuazione dell'accordo richiedono ancora un'elevata vigilanza nazionale e un attento monitoraggio 24 ore su 24 per garantire il successo di questa fase. Continueremo a lavorare con grande responsabilità con i mediatori per garantire l'impegno degli occupanti nel proteggere i diritti del nostro popolo e porre fine alle sue sofferenze.
Abbiamo compiuto grandi e strenui sforzi per liberare tutti i prigionieri, donne e uomini, e i leader del movimento nazionale dei prigionieri, ma gli occupanti, come al solito, hanno impedito il rilascio di un numero significativo di loro. Ciononostante, abbiamo preferito procedere con l'attuazione dell'accordo per garantire la cessazione della guerra genocida contro il nostro popolo e impedire al nemico di continuare il genocidio di massa. Promettiamo al nostro popolo e alle famiglie dei prigionieri che la questione della loro liberazione rimarrà in cima alle nostre priorità nazionali e che non li abbandoneremo mai. Ci congratuliamo inoltre con il nostro popolo per la liberazione di questo benedetto gruppo di prigionieri ed eroi.
Nostro saldo popolo
Questa fase rappresenta un'opportunità per rafforzare la solidarietà sociale all'interno della Striscia di Gaza, sostenere le famiglie colpite, garantire i beni di prima necessità e attivare quadri di cooperazione tra i movimenti, la società e le istituzioni locali e internazionali competenti, creando un ambiente resistente e unito in grado di affrontare tutte le sfide e preservare la fermezza del nostro popolo.
Rinnoviamo l'appello all'unità e alla responsabilità nazionale per intraprendere un percorso politico nazionale unitario con tutte le forze e i gruppi, e lavoriamo in collaborazione con i generosi sforzi egiziani per organizzare urgentemente un incontro nazionale globale per il prossimo passo dopo il cessate il fuoco, al fine di unificare la posizione palestinese, formulare una strategia nazionale completa e ricostruire le nostre istituzioni nazionali sulle basi della collaborazione, della credibilità e della trasparenza.
Sottolineiamo inoltre il nostro fermo rifiuto di qualsiasi tutela straniera e affermiamo che la definizione della forma di governo della Striscia di Gaza e dei fondamenti del lavoro delle sue istituzioni è una questione interna palestinese decisa congiuntamente dalle componenti del nostro popolo, con la disponibilità a beneficiare della partecipazione araba e internazionale nei settori della ricostruzione e del sostegno allo sviluppo, migliorando una vita dignitosa per il nostro popolo e preservando i suoi diritti alla propria terra.
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In conclusione, in questo momento storico critico, rinnoviamo la nostra lealtà ai martiri, ai prigionieri, ai feriti e ai resistenti, e affermiamo la nostra ferma adesione ai diritti del nostro popolo alla propria terra, patria, sacralità e dignità, e la nostra determinazione a continuare la Resistenza in tutte le sue forme fino al conseguimento dei nostri pieni diritti, primo fra tutti la rimozione dell'occupazione, l'autodeterminazione e la creazione di uno Stato sovrano indipendente con Al-Quds (Gerusalemme) come capitale.
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La Botteri su Rai due , afferma che la liberazione di Barghouti è stata osteggiata in tandem sia da Israele che da Hamas.
Mentire spudoratamente è una caratteristica tipica dei giornalisti di regime.
Ma qui c'è un punto fondamentale da dover evidenziare.
La tattica dei falsi progressisti , di quelli che opportunsticamente si sono agganciati alle proteste quando la narrazione del diritto di difesa di Israele era diventata insostenibile , mentre fino a quel momento era il loro leitmotiv , punta alla divisione dell' unità della resistenza palestinese.
Se questa divisione avviene , prima nelle coscienze di chi è sceso in piazza in occidente , e magari contemporaneamente nella cruda realtà politica palestinese , diverrebbe sempre più facile stare dalla parte del riconoscimento della stato di Palestina , che a quel punto sarebbe completamente svuotato di una vera e completa autodeterminazione.
Hamas va quindi disarmata , e con lei ogni forma di resistenza.
Per Trump e i maga occidentali come per i progressisti del nostro vecchio mondo.
Questo per poter garantire che in Palestina non si formi una forza politica , dalla forma simile ad Hezbollah.
La destra e la sinistra borghese potranno sbraitarsi addosso quanto vogliono nei postriboli della comunicazione occidentale.
Ma nella sostanza vogliono le stesse cose.
Mentire spudoratamente è una caratteristica tipica dei giornalisti di regime.
Ma qui c'è un punto fondamentale da dover evidenziare.
La tattica dei falsi progressisti , di quelli che opportunsticamente si sono agganciati alle proteste quando la narrazione del diritto di difesa di Israele era diventata insostenibile , mentre fino a quel momento era il loro leitmotiv , punta alla divisione dell' unità della resistenza palestinese.
Se questa divisione avviene , prima nelle coscienze di chi è sceso in piazza in occidente , e magari contemporaneamente nella cruda realtà politica palestinese , diverrebbe sempre più facile stare dalla parte del riconoscimento della stato di Palestina , che a quel punto sarebbe completamente svuotato di una vera e completa autodeterminazione.
Hamas va quindi disarmata , e con lei ogni forma di resistenza.
Per Trump e i maga occidentali come per i progressisti del nostro vecchio mondo.
Questo per poter garantire che in Palestina non si formi una forza politica , dalla forma simile ad Hezbollah.
La destra e la sinistra borghese potranno sbraitarsi addosso quanto vogliono nei postriboli della comunicazione occidentale.
Ma nella sostanza vogliono le stesse cose.
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