E se lo scrive persino la Repubblica... 🇨🇳
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L'INTERVENTO IN UCRAINA NON È UNA GUERRA IMPERIALISTA. IL PARTITO COMUNISTA DELLA FEDERAZIONE RUSSA RISPONDE AL KKE.
"Sulla base della teoria marxista, il conflitto militare in Ucraina non può essere considerato una guerra imperialista, [...]. Questa è una guerra di liberazione nazionale del popolo del Donbass. E dal punto di vista della Russia, questa è una lotta contro una minaccia esterna alla sicurezza nazionale e al fascismo.
Non è un segreto che la milizia popolare del Donbass non sia stata in grado di resistere in modo indipendente alle molte migliaia di unità dell’esercito ucraino rifornito di armi straniere. La sconfitta delle milizie popolari avrebbe portato inevitabilmente all’annientamento totale degli abitanti di lingua russa, molti dei quali erano cittadini russi. In conformità con la Costituzione della Federazione Russa, al fine di proteggere i suoi cittadini e garantire la sicurezza nazionale, la Russia ha intrapreso le azioni previste dalla legge, poiché era impossibile farlo in altri modi. [...] Con la benedizione dei curatori americani, all’inizio di marzo di quest’anno, l’Ucraina si stava preparando a lanciare un’operazione militare per impadronirsi del Donbass e poi della Crimea. [...] Il regime di Bandera si prepara alla guerra da 8 anni. L’indottrinamento ideologico del personale militare è stato sistematicamente effettuato nello spirito di una vera e propria russofobia, sono state create le aree fortificate più potenti e l’esercito è stato saturato con le armi più recenti.
Seguendo i loro obiettivi geopolitici imperialisti, gli Stati Uniti includevano sistematicamente l’Ucraina nella sfera dei suoi interessi militari, trasformando il Paese in una punta di diamante della NATO. [...] Tutto ciò rappresenta una minaccia non solo per la Russia, ma per tutta l’umanità.
Si sostiene che questo sia esclusivamente un argomento di contraddizioni interimperialistiche o di lotta per i mercati e i minerali. L’incapacità di vedere la componente nazionale delle questioni di classe e la componente di classe delle questioni nazionali conduce nel regno del dogmatismo. [...] l’oligarchia russa era contraria all’operazione militare in Ucraina. Ha cercato con tutte le sue forze di integrarsi nell’oligarchia mondiale, ed era già sotto forte pressione da parte dell’Occidente, che chiedeva da esso un’influenza più energica sul governo per mantenere l’orientamento filo-occidentale della Russia.
Inoltre, gli oligarchi russi hanno risentito molto dall’operazione militare russa in Ucraina. Sono inseriti negli elenchi delle sanzioni, palazzi e yacht gli vengono portati via, i conti bancari vengono congelati.
Non proviamo la minima simpatia per coloro che hanno saccheggiato la Russia per tre decenni e ora stanno perdendo il loro bottino. Vogliamo solo sottolineare che l’oligarchia russa non solo non era interessata all’operazione militare, ma ne soffriva anche. Rifiutandosi di sostenere questa operazione, le grandi imprese hanno perso non solo proprietà e denaro, ma anche influenza nell’élite dirigente russa. Prestate attenzione in primo luogo a quali forze di classe si sono opposte all’operazione militare russa in Ucraina: prima di tutto, quelle del grande capitale monopolistico [...]. è stato il Partito Comunista della Federazione Russa che dal 2014 ha avanzato con insistenza la richiesta di riconoscimento dalla Russia delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Nessun altro partito politico in Russia ha fatto così tanto per sostenere la popolazione del Donbass. Dall’inizio abbiamo sostenuto il ritorno del Donbass in Russia. Non è il Partito Comunista a “mostrare solidarietà alla Russia Unita e al Presidente Putin”, ma essi, in virtù di imperativi storici, sono costretti a intraprendere la strada su cui il Partito Comunista della Federazione Russa ha ostinatamente insistito per tre decenni" (Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa).
Articolo completo (lettura davvero consigliatissima) qui: https://bit.ly/3xAi2Pb
"Sulla base della teoria marxista, il conflitto militare in Ucraina non può essere considerato una guerra imperialista, [...]. Questa è una guerra di liberazione nazionale del popolo del Donbass. E dal punto di vista della Russia, questa è una lotta contro una minaccia esterna alla sicurezza nazionale e al fascismo.
Non è un segreto che la milizia popolare del Donbass non sia stata in grado di resistere in modo indipendente alle molte migliaia di unità dell’esercito ucraino rifornito di armi straniere. La sconfitta delle milizie popolari avrebbe portato inevitabilmente all’annientamento totale degli abitanti di lingua russa, molti dei quali erano cittadini russi. In conformità con la Costituzione della Federazione Russa, al fine di proteggere i suoi cittadini e garantire la sicurezza nazionale, la Russia ha intrapreso le azioni previste dalla legge, poiché era impossibile farlo in altri modi. [...] Con la benedizione dei curatori americani, all’inizio di marzo di quest’anno, l’Ucraina si stava preparando a lanciare un’operazione militare per impadronirsi del Donbass e poi della Crimea. [...] Il regime di Bandera si prepara alla guerra da 8 anni. L’indottrinamento ideologico del personale militare è stato sistematicamente effettuato nello spirito di una vera e propria russofobia, sono state create le aree fortificate più potenti e l’esercito è stato saturato con le armi più recenti.
Seguendo i loro obiettivi geopolitici imperialisti, gli Stati Uniti includevano sistematicamente l’Ucraina nella sfera dei suoi interessi militari, trasformando il Paese in una punta di diamante della NATO. [...] Tutto ciò rappresenta una minaccia non solo per la Russia, ma per tutta l’umanità.
Si sostiene che questo sia esclusivamente un argomento di contraddizioni interimperialistiche o di lotta per i mercati e i minerali. L’incapacità di vedere la componente nazionale delle questioni di classe e la componente di classe delle questioni nazionali conduce nel regno del dogmatismo. [...] l’oligarchia russa era contraria all’operazione militare in Ucraina. Ha cercato con tutte le sue forze di integrarsi nell’oligarchia mondiale, ed era già sotto forte pressione da parte dell’Occidente, che chiedeva da esso un’influenza più energica sul governo per mantenere l’orientamento filo-occidentale della Russia.
Inoltre, gli oligarchi russi hanno risentito molto dall’operazione militare russa in Ucraina. Sono inseriti negli elenchi delle sanzioni, palazzi e yacht gli vengono portati via, i conti bancari vengono congelati.
Non proviamo la minima simpatia per coloro che hanno saccheggiato la Russia per tre decenni e ora stanno perdendo il loro bottino. Vogliamo solo sottolineare che l’oligarchia russa non solo non era interessata all’operazione militare, ma ne soffriva anche. Rifiutandosi di sostenere questa operazione, le grandi imprese hanno perso non solo proprietà e denaro, ma anche influenza nell’élite dirigente russa. Prestate attenzione in primo luogo a quali forze di classe si sono opposte all’operazione militare russa in Ucraina: prima di tutto, quelle del grande capitale monopolistico [...]. è stato il Partito Comunista della Federazione Russa che dal 2014 ha avanzato con insistenza la richiesta di riconoscimento dalla Russia delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Nessun altro partito politico in Russia ha fatto così tanto per sostenere la popolazione del Donbass. Dall’inizio abbiamo sostenuto il ritorno del Donbass in Russia. Non è il Partito Comunista a “mostrare solidarietà alla Russia Unita e al Presidente Putin”, ma essi, in virtù di imperativi storici, sono costretti a intraprendere la strada su cui il Partito Comunista della Federazione Russa ha ostinatamente insistito per tre decenni" (Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa).
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La Riscossa
Sulla guerra imperialista in Ucraina e la posizione del PCFR
La Russia sta combattendo il neonazismo in Ucraina L’analisi dell’Operazione Speciale russa svolta dal PCFR (Partito Comunista della Federazione Russa) e la risposta dello stesso PCFR […]
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I governi occidentali continuano a soffiare sul fuoco della guerra. Boris Johnson in prima fila...
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Forwarded from la fionda📗
🚩 NO DRAGHI 🐉🐉
Oggi in tutta Italia mobilitazioni contro Draghi e la guerra!
Trova la tua piazza ☝️
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Dice Stoltenberg: "la guerra in Ucraina potrebbe durare anni". Questo è ciò per cui la Nato sta lavorando...tentare di logorare la Russia, utilizzando gli ucraini come carne da cannone.
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Forwarded from L'AntiDiplomatico
"Ve li ricordate quelli che "se usciamo dall'euro ci sarà talmente tanta inflazione che dovremo fare la spesa con le carriole piene di lirette"? 🤡🤡🤡"
Gilberto Trombetta
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Londra. Si è svolta ieri una partecipata manifestazione del Partito Comunista Britannico contro la guerra e per l'uscita della Gran Bretagna dalla Nato
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Washington. Manifestazione del Partito Comunista Usa contro le diseguaglianze sempre più scandalose negli Usa, e contro l'economia di guerra che porta il governo a spendere oltre 700 miliardi di dollari in armamenti mentre le classi popolari sono sempre più povere.
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Forwarded from la fionda📗
L'ultimo sondaggio di TermometroPolitico è inequivocabile: la maggioranza dei cittadini italiani non vuole Draghi né ora né mai!
t.me//lafionda
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Cercare di strangolare Kaliningrad con un blocco delle merci è di fatto un atto di guerra e la Russia non può certo stare a guardare a lungo lasciando precipitare la situazione per la popolazione che vive lì. È dunque evidente chi vuole innescare un'escalation dalle conseguenze potenzialmente molto gravi, considerando che la Lituania è membro della Nato. Ora più che mai: l'unico nè-nè possibile, è sempre NÈ CON LA NATO, NÈ CON LA NATO!
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Il nome di Iosif Stalin scritto su un carrarmato sulla linea del fronte in Donbass.
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BLOCCARE LE MERCI VERSO L'EXCLAVE RUSSA È UN ATTO GRAVISSIMO. UE E NATO AVALLANDO LA DECISIONE DEL GOVERNO LITUANO PREPARANO L'ALLARGAMENTO DELLA GUERRA
Mentre in Italia i media sono concentrati sul teatrino politico del voto in Senato (se quel che resta del M5S, davvero fosse contrario al bellissimo di Draghi, basterebbe togliere la fiducia al governo), la Lituania ha annunciato l'intenzione di bloccare le merci che transitano via terra verso l'exclave russa di Kaliningrad, dove vivono circa mezzo milione di persone. È evidente che se si realizzasse un simile provvedimento sarebbe un atto di guerra. E dato che la Lituania è paese membro della Nato e della UE, le conseguenze di una tale decisione sono potenzialmente gravissime. È evidente che se Washington e Bruxelles appoggiano il governo lituano, lavorano per allargare il conflitto. A pagare le conseguenze di queste folli provocazioni imperialiste rischiano di essere come sempre i popoli.
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Tante manfrine ad uso dei media, e al dunque, come sempre Conte e ciò che resta dei 5 Stelle, vota ciò che vogliono Draghi e Biden.
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Napoli, bandiera del Battaglione Azov sul palco e saluti romani. Sono le scene del concerto del 18 giugno di quest'anno per l'anniversario della "Sezione Berta" di Casapound. Un gran peccato che Gramellini e Mentana non siano stati invitati, si sono persi anche il dibattito su Kant.
Video
https://www.youtube.com/shorts/YbXEJeZPuL4
Foto
https://mobile.twitter.com/LuigiDeBiase/status/1538827797396967425
Video
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Foto
https://mobile.twitter.com/LuigiDeBiase/status/1538827797396967425
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